Sosteneva Martinazzoli (un uomo che stimo), che "la politica è importante ma la vita è più importante della politica". Da qualche parte, in questo blog, l'avevo già scritto, ma mi piace al punto da ripeterlo. Riguardo la politica metto qui in fila tre o quattro cose sentite e lette in questi giorni.
Primo: Piero Marrazzo, presidente della regione Lazio, si è autosospeso dopo che aveva accettato di pagare dei carabinieri che lo ricattavano per un video che lo immortalava con dei transessuali. Apprezzo il gesto, raro in un Italia in cui troppi non si prendono le responsabilità delle proprie azioni, anche se avrei preferito le dimissioni, piuttosto di una "autosospensione" che serve soltanto alla sua parte politica per prendere tempo e andare subito alle elezioni. In ogni caso, è giusto che lasci non per ciò che ha fatto a letto e che, tra consenzienti, è lecito, bensì per aver pagato migliaia di euro chi pretendeva soldi per non rivelarlo. Un pubblico amministratore non può essere ricattato e ricattabile.
Secondo: oggi ci sono le primarie nel Pd. Le tre persone in lista sono, per quel che ne so, stimabili. Gramellini su "La Stampa" di ieri, commentando la scelta di Franceschini di indicare come suoi eventuali vice una persona di colore e una donna, ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere e che ora mi appare come una rivelazione (e questo è il segno distintivo dei grandi: ci illuminano su cose apparentemente banali e scontate ma oscure fino al momento in cui sono state esplicitate). Quello di Franceschini è "veltronismo, senza per giunta Veltroni". Veltroni ha creduto di sostituire la politica delle persone con quella delle figurine. Per questo (e per una sostanziale freddezza, aggiungo io, che ero rimasto deluso dalla sua assenza di passione, di entusiasmo, di convinzione, nell'unica tappa comasca della scorsa campagna elettorale) ha fallito. Di lui ho sempre stima, ma gli manca qualcosa per essere un leader vero.
Terzo: s'è risolta con il solito incontro a quattr'occhi (sei per la verità, Berlusconi e Bossi e Tremonti) la mini crisi in seno al Pdl. Dichiarazione di Bossi: "Tremonti non si tocca, perché vale. C'è chi pensa che le elezioni si vincano solo se si spende, ma se spendiamo l'Europa ci uccide. E poi la gente non vota chi spende, ma vota chi stima". Lapalissiano ma inappuntabile. Per una volta, sottoscrivo.
Primo: Piero Marrazzo, presidente della regione Lazio, si è autosospeso dopo che aveva accettato di pagare dei carabinieri che lo ricattavano per un video che lo immortalava con dei transessuali. Apprezzo il gesto, raro in un Italia in cui troppi non si prendono le responsabilità delle proprie azioni, anche se avrei preferito le dimissioni, piuttosto di una "autosospensione" che serve soltanto alla sua parte politica per prendere tempo e andare subito alle elezioni. In ogni caso, è giusto che lasci non per ciò che ha fatto a letto e che, tra consenzienti, è lecito, bensì per aver pagato migliaia di euro chi pretendeva soldi per non rivelarlo. Un pubblico amministratore non può essere ricattato e ricattabile.
Secondo: oggi ci sono le primarie nel Pd. Le tre persone in lista sono, per quel che ne so, stimabili. Gramellini su "La Stampa" di ieri, commentando la scelta di Franceschini di indicare come suoi eventuali vice una persona di colore e una donna, ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere e che ora mi appare come una rivelazione (e questo è il segno distintivo dei grandi: ci illuminano su cose apparentemente banali e scontate ma oscure fino al momento in cui sono state esplicitate). Quello di Franceschini è "veltronismo, senza per giunta Veltroni". Veltroni ha creduto di sostituire la politica delle persone con quella delle figurine. Per questo (e per una sostanziale freddezza, aggiungo io, che ero rimasto deluso dalla sua assenza di passione, di entusiasmo, di convinzione, nell'unica tappa comasca della scorsa campagna elettorale) ha fallito. Di lui ho sempre stima, ma gli manca qualcosa per essere un leader vero.
Terzo: s'è risolta con il solito incontro a quattr'occhi (sei per la verità, Berlusconi e Bossi e Tremonti) la mini crisi in seno al Pdl. Dichiarazione di Bossi: "Tremonti non si tocca, perché vale. C'è chi pensa che le elezioni si vincano solo se si spende, ma se spendiamo l'Europa ci uccide. E poi la gente non vota chi spende, ma vota chi stima". Lapalissiano ma inappuntabile. Per una volta, sottoscrivo.
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