giovedì 8 ottobre 2009

Il vecchio (e il) cuscino


Pausa. Per oggi niente discorsi epocali, massime filosofiche e riflessioni su vita, morte e miracoli. In queste settimane i miei giorni assomigliano ai governi democristiani del primo dopoguerra: monocolore. La somma totale delle persone che vedo, esclusi parenti stretti e colleghi, è zero virgola qualcosa e la mia giornata tipo è la seguente: sveglia, doccia, barba, vestizione, auto, redazione, auto, brevissima pausa pranzo a casa, di nuovo auto, redazione, auto, casa, cena, tv e computer, maglietta e calzoncini, letto, libro, dormiveglia, sonno, sonno profondo, di nuovo sveglia, doccia, barba... Non avendo da raccontare propriamente avventure da Indiana Jones, mi limiterò a scrivere qua del mio nuovo cuscino. Nuovo per modo di dire: lo uso già da tre o quattro mesi e lo aveva acquistato mia madre a inizio anno, credo. La notizia è che dopo svariati tentativi, il nuovo cuscino è riuscito finalmente a scalzare quello vecchio, in lana grezza, che mi ha fatto compagnia per infiniti anni e che inutilmente prima mia madre e poi Isabella hanno tentato di gettare nell'immondizia. Il fatto è che a me il cuscino piace morbido, ma non troppo e non me ne andava mai bene uno, tranne quello che ha fatto capolino tre o quattro mesi fa. Sabato scorso ho scoperto che non si tratta di un cuscino normale, bensì di un guanciale fatto con "un materiale scoperto dalla Nasa negli anni Sessanta e commercializzato soltanto recentemente". La caratteristica principale è la consistenza e la capacità di adattarsi al corpo, tornando alla forma iniziale gradualmente. Una figata, insomma. Almeno per me, che sono resistente al cambiamento e prima di accettare le novità (parlo di casa, non del lavoro) impiego lungo tempo. Prima del cuscino, un salto di qualità lo avevo avuto passando da due materassi di lana a uno solo, matrimoniale, a molle. Con i primi si creava nel mezzo una conca che al mattino occorreva una corda per tirarmi fuori dal letto. In altre situazioni, mi affeziono agli oggetti e prima di privarmene passa un'era geologica. Penso al mio attuale accappatoio azzurro turchino, che - ho notato stamattina - ha persino due buchi grossi quanto noci all'altezza delle ascelle ed è liso, ma proprio questo è il bello e il buono: lo sento come una seconda pelle e asciuga benissimo. Da vecchio vorrei essere anch'io così, consunto, ma ancora utile e a cui sei affezionato ed è per quello che ti spiace buttarlo.
Foto by Leonora

2 commenti:

paola ha detto...

Giorgino... mi devi dare più info quando ci vediamo.... Conosco "un tizio" con il tuo stesso problema di adattamento al cuscino!!!

Wilma ha detto...

Condivido la tua stessa resistenza al cambiamento ed ho sorriso sia per il cuscino che per l'accappatoio identificandomi...Il vero problema però, nel mio caso, è che quando decido di buttare sono un tornado!
ps. Benvenuto nel club: levata all'alba, doccia, accompagnamento figli, lavoro, pausa pranzo di 30 min.,lavoro, ripresa figli, accompagnamento palestra-teatro-piscina, compiti, faccende, cena, letto...