Hanno proprio la faccia come il muro
Se volessimo inventarle, così belle non le troveremmo. Ci sono notizie che allargano il cuore ed altre che lasciano increduli e tocca leggerle due volte per accertarci che la vista non abbia tradito. La vicenda delle scale mobili bocciate dal Comune e rottamate prima ancora che vi fosse posato un piede avrebbe occupato lo spazio di una "breve", se non fosse giunta alle orecchie a ridosso dello scandalo del muro. Secondo l’immobiliare proprietaria dell’area, la motivazione per cui sono state rifiutate dall’ente municipale è che avrebbero oscurato la vista, impedendo che da lì sotto fosse visibile parte della Spina verde, addirittura il Baradello. Uno scrupolo encomiabile, se non fosse in contrasto con le concessioni urbanistiche dello stesso Comune, che considera un obbrobrio le scale mobili per raggiungere il sovrappasso, ma non s’è fatto il minimo problema nel permettere la costruzione dell’intero Dadone, non esattamente un fuscello. Una storia da pagliuzza e trave nell’occhio che sbalordisce ancor di più alla luce, anzi, all’ombra del muro sul lungolago. Che credibilità può avere un’amministrazione pubblica agli occhi di un imprenditore privato o di un semplice cittadino, se la stessa amministrazione erige in un punto assai più panoramico una barriera di cemento armato? Bisogna proprio avere la faccia come il muro.
La Provincia, 16.10.09
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