giovedì 8 settembre 2011

Vecchiaia e gioventù: una corsa in salita


Lo zio Emilio, ottantotto anni il prossimo maggio, si sta addolcendo.
Perde qualcosa ogni giorno in salute, autonomia, indipendenza, ma guadagna in tenerezza. Si commuove spesso e rispetto a prima ha meno aprezze e più riconoscenza.
Sua moglie Angelina, che di anni ne farà ottantanove tra un mese, è diventata invece più arcigna. Forse è il carattere che al volgere del tramonto si mostra più vero o forse è soltanto più preoccupata di un futuro che si assottiglia e diventa al contempo più fragile, incerto.
Ernestina e Gino, invece, domani festeggerano cinquantaquattro anni di matrimonio. La fortuna li ha benedetti con molti figli, moltissimi nipoti e una salute che ha dello straordinario, di ferro. Non sono mancati i sacrifici, i dolori, ma resistono e sono felice per loro, che portano un testimone che molti altri genitori hanno dovuto abbandonare lungo il cammino.
Oggi guardavo mia madre, che i settanta li ha toccati da poco. Ho chiuso gli occhi e ricordato la donna vitale, coriacea che era e che resta, per molti aspetti, ma anche come faccia fatica, ora, a gestire la solitudine, i coetanei che pian piano se ne vanno, l'età che avanza e gli acciacchi che s'accumulano, come polvere dietro la porta.
Pensavo che appartengono a una generazione strana, che ha tirato la cinghia in gioventù e s'è allenata ad affrontare con slancio e coraggio la pienezza della vita, ma non era preparata ad affrontare la vecchiaia. Quando erano piccoli la gente moriva prima e chi restava veniva accudito e riverito come un patriarca. Una questione di spirito, ma anche di braccia: per ogni anziano in famiglia c'erano almeno dieci giovani che davano una mano, per prendersene cura. La percentuale s'è invertita e al di là della retorica è una chiave di lettura per comprendere meglio ciò che sta accadendo, le difficoltà di un crepuscolo per fortuna più ampio ma non privo di nuvole e tempesta.
Tornando a mia madre, ho imparato da lei tutto - specialmente la grinta, la determinazione - quando aveva i capelli neri, senza bisogno di tinta, e mi sta insegnando moltissimo ancora, pur in forma indiretta e talvolta per contrapposizione. "Ricordati Giorgio di non fare così, se ti capiterà" è una frase che ogni tanto fa capolino, assai più rara comunque del "Ricordati Giorgio quanto è generosa. Sii di aiuto per i tuoi figli, se il buon Dio ti concederà lunga vita, almeno un decimo di quanto lei è per te, per noi, tuttora".

Foto by Leonora

Nessun commento: