Mi si è rotto l'alimentatore del computer piccolo. Mi si è rotto l'alimentatore del computer piccolo e mi è scomodo scrivere su questo fisso. Mi si è rotto l’alimentatore del computer piccolo e mi è scomodo scrivere su questo fisso e al lavoro sono presissimo. Mi si è rotto l’alimentatore del computer piccolo e mi è scomodo scrivere su questo fisso e al lavoro sono presissimo e poi in questi giorni non saprei neanche cosa dire. Mi si è rotto l’alimentatore del computer piccolo e mi è scomodo scrivere su questo fisso e al lavoro sono presissimo e poi in questi giorni non saprei neanche cosa dire e una pausa di riflessione non ha mai fatto male a nessuno.
Sciocchezze. La verità è che Giacomo, dodici anni, mio figlio maggiore, una settimana fa s’è iscritto a Facebook e io mi sento vecchio. Vecchio davvero, vecchio dentro. Facebook era la mia riserva indiana e sapevo che prima o poi ci sarebbe arrivato, era già un paio d’anni che trafficava col computer e Messanger da mesi era un compagno fisso. Ma Facebook! Facebook no… Un campanello d’allarme, un fastidioso campanello d’allarme, era già suonato quindici giorni prima: tra le richieste d’amicizia m’era arrivata quello di un compagno di classe di mia figlia Giorgia. Nove anni! È ancora lì che aspetta, perché non ho la minima intenzione di accettare ed è inutile che continui a fissarmi insistente in fotografia, con quel suo sorriso ingenuo di angioletto, ogni volta che mi connetto. Caro compagno di mia figlia, non ti accetto, non lo accetto proprio. Giacomo però, me l’ha fatta grossa. Lui e il suo entusiasmo: "Papà come si fa qua, come si manda un messaggio di là, e questo e quello, e le foto e i link e perché non ha ancora accettato la mia richiesta". Già, perché non l’accetto? Come posso negarla a mio figlio? Non posso. E così, da una settimana il mondo non è più lo stesso, con lui che aggiunge allegramente “amici” a mazzetti di dodici per dodici e io che vorrei sparire momentaneamente, ritrovarmi in Papuasia nottetempo.
Perciò non ho scritto, in questi giorni. Perciò sono state latitante in questo blog, che pur non merita il mio broncio. E pensare che di cose ne avrei anche da dire. Tipo che non esiste solitudine peggiore di chi non ha nessuno a cui dire di sentirsi solo. O che mi disgusta tutta questa difesa d’ufficio dei crocifissi da parte di chi lo impugna come una clava e che per tutto il resto in chiesa rutterebbe persino. O che oggi ho incontrato un’amica carissima e che mi ha commosso raccontandomi di quanto amaro l’è stato quest’anno. O che la depressione è una brutta bestia e che ringrazio il cielo di avere un carattere con gli anticorpi (che a guardarli bene hanno la forma della superficialità, ma pazienza, dalla vita non si può avere tutto). O che a volte in redazione vorrei fossero gli altri a cambiare ma forse dovrei cambiare per primo io. Tante cose insomma. Lo farò in uno dei prossimi giorni, appena mi riprendo da quel colpo del coniglio che tra capo e collo m’è capitato quando Giacomo s’è iscritto a Facebook.
Foto by Leonora
4 commenti:
Mi piace il nome del tuo blog, (amo Montanelli), mi piace come scrivi, mi piace il tuo post sull'entrata in facebook del tuo pargoletto. Nella mia famiglia di 4 persone sono l'unica a non essere in facebook. Non so di preciso come funzioni, ma credo che se fossi iscritta dovrei rifiutare l'amicizia di troppa gente, e che facebook stia distorcendo il significato di quel termine. Ne è una prova il tuo disagio nell' accettare l'amicizia di figli e coetanei: un genitore non può essere amico del proprio figlio! Per quanto riguarda il crocefisso, sono in disaccordo con te e penso che la corte europea dovrebbe occuparsi si cose più importanti. Che male può fare un crocefisso in un'aula? Fa molto più male la bidella che passa la scopa sul banco, il professore lazzarone, il bullismo, il nozionismo, e TANTE altre cose. ciao
Grazie, con due precisazioni. E' vero che la parola "amicizia" in Facebook è inappropriata: meglio sarebbe chiamarli "contatti", ma tant'è...
Sul crocifisso, anch'io sono per lasciarlo nelle aule, ma mi infastidisce la retorica e l'ipocrisia di chi ne fa una battaglia ideologica, rendendo un cattivo pensiero a un'idea più alta e profonda
Perchè hai scritto "ringrazio il cielo di avere un carattere con gli anticorpi (che a guardarli bene hanno la forma della superficialità"?
Mi hai fatto ridere tanto...Per condivisione, identificazione, simmetria. Non sono iscritta a facebook perchè quello che tu stai vivendo lo avevo già previsto!Che fatica tenere riservato lo spazio del blog...
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