E' tardi, sono stanco, mi fa male il collo per il troppo tempo passato davanti al computer e domani sarà una giornata lunga ed ardua. Prima di spegnere tutto c'è però un cruccio, un nodo che se non tento di sciogliere qui mi farà girare e rigirare nel letto. Oggi è morto il bambino di origine senegalese che non si sa ancora perché è stato male, è caduto in bagno e dall'altro giorno, la vigilia del mio compleanno, non s'è più ripreso. Kader aveva sette anni e andava a scuola con mio figlio Giovanni e insieme con lui giocava a calcio, nella squadra del Csi, all'oratorio. Lo conoscevo bene perché suo fratello Sheriff di anni ne ha dodici e a pallone era compagno dell'altro mio figlio, Giacomo. Il papà e la mamma di Kader e Sheriff sembrano usciti da un romanzo: alti, eleganti, regali persino. E con un sorriso buono, di chi domanda per ogni cosa "permesso". Non riesco neppure ad immaginare cosa proveranno stasera, non ho coordinate di spazio e di tempo per dare forma e misura al vuoto che d'ora in poi avranno dentro. Penso a loro, a Sheriff e a Ciccio, l'allenatore della squadra di calcio, che per i bambini è come un padre e a cui la vita aveva già portato via un figlio. Penso a quel bambino smilzo, dalle gambe lunghe e il sorriso bianchissimo, che qualche settimana fa ho visto per l'ultima volta giocare felice, allegro. E' così che lo voglio ricordare, mentre insegue un pallone, con una maglia troppo lunga, serenamente ignaro del dolore e del destino.
Foto by Leonora
2 commenti:
Ma come possono succedere queste tragedie? e, soprattutto, come si può, da genitori, sopravvivere? Ti abbraccio forte perchè so come ci si sente in questi momenti.
Sono passata per leggerti. Mi spiace per il piccolo Kader. Auguri in ritardo per il compleanno.
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