Per la professoressa Milani, che mi ha salvato in terza liceo.
Per le suore del Santa Chiara e tutti i compagni delle elementari che non ho più rivisto.
Per L'Emilio Bollini e la "sciùra segretaria" Anna Maria, che erano l'intero "personale non docente" della sezione staccata del Giovio.
Per il ciclostile, che stampava fogli difficili da decrittare modello dispacci di "Enigma".
Per il benedetto intervallo e le ore di ginnastica.
Per i compiti a casa che dovevo copiare la mattina presto.
Per le lezioni di latino che cercavo di imparare la sera tardi.
Per ogni volta che mi sono alzato alle sette sbuffando come un bufalo, giurando che la sera sarei andato a letto "alle nove, macché alle nove, alle otto, alle sette!" e poi la sera arrivavano le undici e stavo ancora guardando la tv, perdendo tempo.
Per le schiacciatine che si sbriciolavano in cartella.
Per la cartella di pelle marrone e parte superiore in cavallino (pelo vero!) che avevo in prima elementare.
Per l'elastico con fibia che alle medie usavo invece della cartella, stringendo libri, quaderni e l'astuccio.
Per gli esami a settembre di inglese, matematica e un paio d'anni anche latino.
Per Giacomo, che domani comincia il liceo.
Per me, che il liceo - non so come - l'ho finito senza mai essere bocciato.
Per la "mitica curva", i compagni nei banchi della zona ad angolo del ferro di cavallo.
Per la fortuna di essere il numero uno, almeno nell'elenco degli studenti sul registro di classe.
Per la Miorin (Tiziana?), che aveva un anno meno di me e chissà che fine ha fatto, ma ricordo che era bellissima, facevamo ginnastica nelle stesse ore, vederla correre era un incanto e noi maschi ci ritrovavamo a incespicare per la distrazione, con sguardi persi e imbambolati in stile Pippo.
Per la tensione di ogni primo giorno di scuola, con la paura di finire in prima fila o comunque lontano da coloro che nel bene o nel male quando eri in difficoltà ti aiutavano.
Per i sonnellini che si facevano al pomeriggio.
Per i telefilm su Antenna Nord, poi Italia Uno, che si guardavano mentre si mangiava, quando si tornava a casa.
Per quanto mi pesava andarci.
Per come ora un poco, ma solo un poco, la rimpiango.
Per tutti questi motivi e un altro milione che qui non trascrivo, oggi non è un giorno qualunque.
Buon primo giorno di scuola, nessuno escluso.
Foro by Leonora
5 commenti:
Ciao. Scusa per l'intrusione, ma volevo segnalarti un'iniziativa. Sul mio blog puoi leggere e vedere (è anche in versione video) gratuitamente il mio racconto "Ricordi di donna", pubblicato a puntate. Oggi c'è il gran finale. Grazie. Maria
Grazie.
Susi
Ma vuoi mettere quando la scuola iniziava il primo di ottobre e sulle spalle avevi la cartella come dicevi tu, con il pelo e profumava di libri e quaderni nuovi? quando entravi nell'aula sentivi l'odore di chiuso e di inchiostro del calamaio riposto nel banco? quando nel pomeriggio all'uscita correvi verso il venditore con il carrettino a mano che vendeva caramelle e bustine di castagnaccio? quando tornando a casa (a piedi) sentivi nell'aria l'odore dell'autunno che aveva preso definitivamente il posto dell'estate e l'odore di caldarroste che mangiavi per merenda? e proprio vero! i ricordi a volte li rammenti per il loro profumo.....
L'emilio Bollini: un'istituzione. Ho fatto in tempo, prima che se se ne andasse in pensione, a conoscerlo...Ci cambiava i gettoni delle macchinette: 400 lire, in cambio di un gettone. Inoltre, vendeva le lattina "temperatura ambiente" se non la si voleva fredda, dalla macchinetta. Quando è andato in pensione hanno cambiato tutte le macchinette, prendevano direttamente i soldini....ma le lattine erano tutte maledettamente gelate!
Luca Benincasa
per tutti i giorni di scuola che ho vissuto, per quelli che vivrò, e un po' anche per giacomo e per giorgio, che anche lui inizia il liceo.
ah, anch'io avevo la cartella col cavallino vero. ma la mia era blu. si sa, il blu è più da bambine...:-)
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