sabato 24 settembre 2011

Il dissuasore di talpe

So cos'è una gazzarra e senza bisogno di cercare la parola sui vocabolari.
Sdraiato sul terrazzo, all'ombra dell'ultimo sole senza neanche essere un pescatore, stavo leggendo un saggio di Edward W. Said, ascoltando prima la brezza del vento (un vento a cui, a dispetto della poesia di De Luca, non so associare un nome) e poi qualche canzone sull'iPod.
Tutt'attorno, nei prati, non c'era un rumore. Fino a che nella compilation anni Ottanta non è partita una canzone di Alison Moyet, Love resurrection. Due secondi dopo sei gazze, nere e bianche, bellissime, eleganti, come mai potrebbe essere neppure un abito di Giorgio Armani, sono planate sul faggio poco distante e a turno, ritmicamente, hanno cominciato a lanciare versi striduli, acuti, fortissimi, in una danza ch'è durata quanto la canzone. Poi, com'erano venute, se ne sono andate, lasciandomi a bocca aperta per quell'estemporanea esibizione. Il silenzio è tornato e nel pomeriggio di un settembre incantevole, non una mosca ha disturbato la quiete.
Oggi, senza Alison Moyet, le gazze sono tornate, ma senza far troppo chiasso, tenendosi distanti. Poco distanti, maestosi ma meno chic e pure un filo inquietanti, c'erano un paio di cornacchie e un corvo, nero pece. Nel prato qualche piuma di piccione: il loro banchetto, nel cerchio della vita che per ogni preda pretende un predatore.
Io, nel mio piccolo, cerco di farlo con le talpe, che in questo periodo devastano i prati. L'anno scorso le ho lasciate fare ed è stato un disastro. Quest'autunno provo un sistema diverso: ogni volta che sbucano in superfice lasciando una piramide, prima disperdo la terra in modo che non faccia danni all'erba, poi lascio cadere della saliva nel tunnel dove passano. La talpa avverte l'odore dell'uomo a metri di distanza e da lì non passa più.
La mia speranza è così che restino o se ne vadano al di là della recinzione, dove il prato è incolto e possono svernare in pace. Non so se ci riuscirò, in ogni caso mi sento assai fiero di questo passaggio nell'evoluzione di uomo: ieri cacciatore, oggi dissuasore.

Foto by Leonora

1 commento:

Davidone ha detto...

... secondo me, pur restando nel campo della civile convivenza, una pisciatina dissuade di più :-)