Felice sarebbe stato contento. Attorno al tavolo di casa mia stasera c'erano ventotto persone, tutte accomunate dal legame a una radice comune, a una famiglia, ch'è quella a cui appartengono i miei figli, per parte di madre, Isabella, che di Felice è la figlia e che di cognome fa Dominioni.
Lo abbiamo chiamato proprio così, il "Natale dei Dominioni", una festa traslata nei giorni non nei contenuti, nello spirito più intimo di una ricorrenza che di magico ha appunto questo, la convivialità spontanea, la serenità della mente e dei cuori. Un'occasione anche per conoscere Alia, la moglie di Armando, che vive a Dubai e che abbiamo incontrato per la prima volta, da che si sono sposati.
Felice sarebbe stato contento, così come suo fratello Angelo, chiamato da noi Fermo, che era un uomo di molta saggezza e poche parole. Dei tre fratelli è rimasto Egidio, il più piccino, se piccino può considerarsi un uomo che per i primi settant'anni di vita ha avuto un peso forma di cento chili. Sono loro i capostipite, a loro volta figli di Gerolamo, una pertica di uno e novanta, dallo sguardo vigile e severo, morto all'inizio della seconda guerra mondiale.
Lo scrivo qui, a memoria dei miei figli, affinché non scordino da dove provengono, l'albero che li ha generati e di cui dovranno portare frutto, che non è necessariamente quello dei lombi, ma si riconosce dalle opere. Il loro trisavolo, Battista, al principio del secolo scorso si distingueva per l'ospitalità che dava ai poveri e ai mendicanti di passaggio. Nella corte dove abitavano, a Lurate, non mancava mai una scodella di brodo, una ciotola di latte, un pezzo di pane e un tetto sopra la testa, nel fienile o, d'inverno, al caldo della stalla, tra le mucche.
Quel tempo non esiste più e nemmeno gli animali da cortile, eppure mille sono le possibilità di continuarne la tradizione, di fare del bene. E' questo ciò che conta di più e che vorrei non scordassero Giovanni, Giorgia, Giacomo, Giulia, Matteo, Chiara, Tommaso, Francesca, Marco, Serena e Ilaria. Nessuno di loro porta degli antenati il cognome, ma nel sangue sono e rimarranno sempre dei Dominioni.
Foto by Leonora
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