martedì 6 dicembre 2011

L'attimo fuggito (e se Nolan avesse ragione?)

Sto diventando vecchio. Me ne sono accorto ieri, rivendendo dopo anni "L'attimo fuggente". Per la prima volta ho pensato che la responsabilità del suicidio di Neil fosse anche del professor Keating, l'amato, adorato, ammiratissimo professor John Keating. Per la prima volta ho anche provato dispiacere, disperazione quasi, per il severissimo padre di Neil, per quel detestabile genitore che soffoca le aspirazioni del figlio, che ne inibisce la creatività, ma paga a prezzo carissimo le sue asprezze. E, ancor peggio, per la prima volta ho dubitato che avesse ragione anche il personaggio monocorde e vile rappresentato dal preside Nolan, quando avverte che è pericoloso instillare il seme della passione, del sogno, in una mente adolescenziale, per sua natura fragile.
Sto diventando vecchio e il bianco e nero non mi basta più, vedo le sfumature e cerco la giusta dose anche negli slanci.
Ci ho ripensato oggi, in due differenti occasioni. Stamattina, appena svegliato, e poi leggendo un messaggio che mi ha mandato Silvia riguardo a una insegnante dei suoi figli, rea di avere usato metodi didattici discutibili e non concordati con il resto del corpo docente, ma per questo messa in croce dai genitori e, quel che è peggio, con forza, violenza quasi, da parte dei colleghi.
"Ma è mai possibile che delle regole debbano considerarsi valevoli per sempre secula seculorum amen? Se i risultati non ci sono perchè non aggiustare il tiro? Chi mina dall'interno un sistema, qualunque esso sia, viene eliminato anche se è apportatore di novità che, poste in modo corretto, possono essere interessanti e costruttive". Se lo chiede Silvia, girando la domanda a me, che non ho risposte. Certo mi piacerebbe che i miei figli non crescano omologati, forgiati con lo stampino, inquadrati e imbalsamati. Per lo stesso motivo, però, vorrei fosse posta attenzione al loro punto di crescita, alla maturità effettiva. Una crescita che li aiuti a puntare in alto senza farli immediamente cadere.

Foto by Leonora

3 commenti:

Unknown ha detto...

Le aspettative tra padri e figli sono sempre state un valore aggiunto di un equilibrio fragile.Specialmente per i maschi che tendono all'emulazione,e le femmine che vorrebbero vedere nella madre un'amica confidenziale e nel padre l'incarnazione del loro futuro compagno.Molte volte tutto cio' e' disatteso,quindi si hanno delusioni e incomprensioni.

Selena ha detto...

le regole e le abitudini, aiutano gli uomini a vivere meglio. lo diceva anche saint exupéry al suo principe "il nous faut des rites". seguire la strada tracciata è sempre più comodo e infonde sicurezza nelle persone..lo sto vedendo io proprio a scuola, ma anche un ufficio "se fai così, sei certo di ottenere quel risultato" quindi è rassicurante. Non è detto pero' che quello che ci rassicura sia necessariamente il meglio per noi e per gli altri. "Continuate a fare sempre le stesse cose, a utilizzare sempre lo stesso metodo e poi pero' non lamentatevi se ottenete sempre gli stessi risultati", me lo ha insegnato un caro amico che di professione fa il life coach. Gli uomoni oggi hanno bisogno di un coach anche per vivere. Saint Exupéry non lo aveva detto al suo piccolo principe..

kyra ha detto...

Quel film l'ho criticato molto.. Bello nei messaggi che insegnano passione, fatta di "attimi dfuggenti" di cose sentite di poesie che diventano azione, ma l'anticonformismo non lo si può (secondo me) insegnare, l'arte le passioni sono dentro di noi, e non possono essere tirate fuori da qualcun altro senza far danni. Ognuno ha una rivoluzione personale da compiere, per alcuni è accettare le regole, per altri è fregarsene, per altri ancora è un continuo equilibrismo tra desideri e regole.