lunedì 5 dicembre 2011

L'albero e il seme

"Carissimo Giorgio, sono la professoressa Carolina Valsecchi in Taborelli.
Volevo congraturarmi con te per l'eccellente risultato che hai ottenuto diventando direttore del giornale di Monza.
Ti auguro ogni bene.
La tua professoressa Carolina Taborelli"

Quando ho letto la mail, stamattina, non credevo ai miei occhi. Dalla casa di riposo Vallardi, dov'è ospitata da anni, mi ha scritto la mia professoressa di matematica delle medie, colei che con la mia indolenza ho fatto più arrabbiare e che aveva ricambiato consigliando ai miei genitori di mandarmi, se proprio proprio, a una scuola professionale.
Io ostinatamente (e incoscientemente) non l'avevo ascoltata e mi ero iscritto al liceo scientifico. Una delle tante volta in cui in me s'è incarnato il proverbio: "Gli innocenti non sapevano che quella cosa era impossibile. E la fecero".
Ripenso a queste cose dopo aver visto con i miei figli "L'attimo fuggente". Oggi nei confronti della professoressa Taborelli provo un profondo affetto, oltre che stupita gratitudine, essendo lei alla soglia dei novant'anni, credo, o avendo già superati. Se però dovessi innalzare un monumento agli insegnanti migliori, sceglierei coloro da cui ho imparato la creatività, la capacità di ragionare con la mia testa, la libertà delle idee. Non per questo biasimo la professoressa Taborelli, preferendo pensarla così: voleva giudicare l'albero che vedeva in me, senza sospettare che quello che vedeva era soltanto un seme.

Foto by Leonora

1 commento:

Chiara/gioiecolori ha detto...

Un mio compagno di classe alle superiori, ora giunto al Festival di Venezia con la colonna sonora del film Scialla! (in quest'ultimo periodo nei cinema), si sentiva sempre dire dalla Prof di lettere (di cui io ho dei meravigliosi ricordi) che nella vita non avrebbe mai combinato nulla di buono...