venerdì 30 dicembre 2011

Cento di questi anni

Domani è un altro giorno ma dopo domani è un altro anno.
Archivio quello che sta passando con qualche ora di anticipo, grato del molto che ho ricevuto e senza rimpianti per ciò che non è accaduto. Continuo ad essere un uomo fortunato, raccogliendo assai più di quanto ho seminato.
Se riesco, domani metto in fila uno dietro gli altri i motivi principali per cui ricordo volentieri il 2011 e le speranze per cui confido nel 2012 che sta arrivando. Oggi mi accontento di lasciare qua un pensiero, sulle persone che non ci sono più, che negli anni scorsi ci hanno lasciato.
Tra pochi giorni ad esempio saranno quattro anni che mio padre è morto. Mia madre lo piange ancora e anche se sono giorni in cui non è simpaticissima, ieri mi ha fatto tenerezza perché mi ha detto: "Mi manca e a volte sembra anche a me di morire, vorrei solo potergli parlare, ogni tanto".
Ogni tanto vorrei potergli parlare, anch'io, e in realtà lo faccio. E' lui che parla a me, meglio.
In mille cose che faccio, nelle decisioni che prendo, negli oggetti che sono stati suoi e sopratutto nei moltissimi ricordi che ho di lui, nel fatto di averlo goduto così tanto pur se non siamo sempre stati appiccicati, essendo stato bravo lui a recidere il cordone ombelicale, a non voler imporre le sue scelte, a farmi camminare con le mie gambe, anche quando imboccavo una strada impervia o inciampavo. Per questo non lo rimpiango e sono anzi lieto che se ne sia andato così, presto, eppure senza rimorsi o rimpianti lui stesso. Pur s'è dura ammetterlo, credo che non sia importante spostare l'asticella qualche tempo più in là, bensì poter dire "tutto è compiuto".
Detto ciò, mi preparo a "compiere tutto" nei prossimi cento anni. Come minimo.

Foto by Leonora

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