Oggi me ne sono capitate di tutti i colori. Gli insulti in una sala gremita del sindaco leghista di Monza ("BaGaglio cafone, bugiardo, imbroglione, appena sei arrivato rompi già le palle, ma dove sei cresciuto, nelle caverne con l'orso?". Vedere per credere il video), l'incontro bellissimo con i collaboratori de "il Cittadino", la chiusura delle quattro edizioni del giornale che va in edicola nei vari centri della Brianza, il sabato... Tantissime cose, tutte proiettate in qualche modo al futuro. Ce n'è una però che mi ha fatto felice davvero.
E' capitata a Como e chiude simbolicamente il cerchio della mia esperienza da capo cronista a "La Provincia". Si tratta della battaglia di cui sono più fiero e che riguarda le accuse di istigazione a delinquere e diffamazione nei confronti di Davide Scarano, l'ausiliario della Ca' d'Industria di Como che per questa vicenda è stato sospeso persino dal servizio, ha subito perquisizioni in casa all'alba con i bambini piccoli che piangevano, oltre a pressioni che un'altra persona, se fosse stata nei suoi panni, avrebbe perso il lume della ragione e non soltanto il lavoro. Il tutto per aver detto quello che pensava sulla casa di riposo e sulle scelte ritenute sconsiderate di chi l'amministrava, con ironia, anche, ma senza mai varcare i limiti non dico della legalità, ma anche del decoro.
Io, di questo, sono sempre stato convinto e infatti da quando sono venuto a conoscenza di ciò che stava avvenendo ho iniziato, con l'aiuto dei colleghi e il via libera dell'allora direttore, una controbattaglia diciamo "civile", con "La Provincia" che ha preso in sostanza la difesa del debole contro il sistema che lo stava stritolando.
Chi mi conosce lo sa, perché su questo tema ho scritto editoriali in prima pagina, commenti, rubriche e a un certo punto, come mi ha detto il mio dirimpettaio di scrivania, Emilio, era diventato un chiodo fisso. Su un punto però non ho mai derogato, cioè la fiducia nella giustizia e per una volta in quella fiducia il buono (cioè Scarano) è stato premiato.
La notizia di oggi è che Scarano è stato assolto con formula piena dal tribunale di Como, come si potrà leggere su "La Provincia" di domani, sabato o, per chi vuole saperne di più, sempre su "La Provincia", ma nel sito internet, dove c'è anche la documentazione completa di quanto avvenuto.
Dicevo che per me, con questa assoluzione, si chiude un cerchio perché la difesa di Scarano è la cosa che nei tre anni e mezzo in cui sono stato lì mi ha reso più orgoglioso. Sono contento altrettanto per i miei colleghi di settore, tutti, Paolo e Stefano per primi, che ne hanno seguito gli sviluppi giudiziari cogliendone immediatamente lo spirito, ma anche il direttore Gandola e poi Minonzio e tutti gli altri, che hanno fatto sì che la ricerca della verità non fosse il pallino o la stravaganza di un singolo, bensì l'impegno alla ricerca della verità da parte di un giornale intero.
Ma più di tutto sono contento per lui, per Davide, gigante buono e limpido, il cui candore è pari alla resistenza e che più di una volta mi ha commosso. E sono contento per la moglie, che di notte non dormiva più per le preoccupazioni e mi ha portato due volte una pastiera napoletana squisita, in segno di ringraziamento. Per me, gliel'ho anche detto, valeva più dell'oro. E sono felice per i figli, Alessandra (sette anni) e Mattia (otto mesi), troppo piccoli per comprendere ciò che stava succedendo ma che certo avranno avvertito la tensione, il trambusto. Per loro, a parziale risarcimento, ci sia questo: che il loro padre da ieri non è soltanto pienamente innocente, ma per me è sempre stato un eroe, un eroe moderno.
P.S. C'è un unico favore che ho da chiedere a Davide. Che non si monti la testa, ora, che ricordi quanto ha sofferto e sappia continuare su quella linea di sobrietà, di modestia, di cocciutaggine sì, ma senza clamore che in questi mesi lo ha contraddistinto. Se per me è un eroe è proprio per questo, perché non si è vergognato di dire ciò che pensava, senza sbraitare, senza fare la vittima, comportandosi da uomo tutto d'un pezzo, che non scende a compromessi quando c'è di mezzo la verità ma ha l'umiltà di non mettersi al centro di tutto. Il difficile per lui, in un certo senso, inizia adesso, ma so che se si comporterà come ha sempre fatto avrà una vita piena di soddisfazioni e anche meno agitata di quanto è stata adesso.
Foto by Leonora
1 commento:
metti che un giorno torni a quel vecchio giornale di provincia, e che scrivi un editoriale da direttore, metti che lo intitoli "teniamoci visti" e che ai vecchietti come me passi la nostalgia di quel Gianni.
metti, pensa.
mi hai sorpreso, Giorgio (ma poi neanche tanto, sei diventato bravo)
@guzabinys
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