È stata una bella serata, quella con Toni Capuozzo.
Uno spirito libero, che paga la propria coerenza, facendo quello che tutti i cronisti dovrebbero fare: lasciar parlare i fatti, a dispetto delle opinioni.
Un percorso, il suo, non privo di inciampi, ma credo di poter dire, per quel poco che lo conosco attraverso i suoi libri e i suoi servizi televisivi, che Toni Capuozzo è rimasto lo stesso, anche se non scrive più per Lotta Continua ed è “a libro paga” di Berlusconi, come scrivono non senza disprezzo i suoi detrattori.
Io Toni Capuozzo lo rispetto. Sarà per una carica empatica, che prescinde qualsiasi ragionamento, sarà perché anche io sono “a libro paga” di un editore che non la pensa come il sottoscritto. Si può fare il proprio mestiere comunque e, se proprio si è impediti, nulla vieta di abbandonare il campo, con tutte le conseguenze che ne discendono.
È stata una bella serata, dicevo. Non eravamo in molti. Una cinquantina in tutto. Tre domande mie, poi una mezza dozzina da parte del pubblico. Ad ognuna Capuozzo ha risposto senza fretta, badando più a completare un ragionamento e a spiegare al meglio il proprio concetto, piuttosto che allo scorrere del tempo.
L’ho trovato timido. Sincero.
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