Oggi è il tifoso che parla e il tifo è cieco e divide. Prego perciò gli interisti dall'astenersi dalla lettura: sono ancora fermi al rigore non concesso a Ronaldo (sacrosanto, è vero, ma a quante squadre non viene concesso un rigore sacrosanto eppure la spuntano lo stesso) e non ricordano che nella famigerata era Moggi hanno vinto tutti (Milan, Roma e persino Lazio) tranne proprio l'Inter. E tanto perché oggi sono sadico e un po' anche masochista voglio proprio parlare di Moggi, che ieri indiscrezioni di stampa davano di nuovo al lavoro, questa volta con il Bologna. Apriti cielo. Se avessero assunto un pedofilo in un asilo si sarebbe sollevato qualche scudo in meno. Sono scesi in piazza i tifosi (gli unici che, tenendo conto della premessa iniziale, comprendo e giustifico) ma soprattutto si sono stracciati le vesti opinionisti, giornalisti (ahimé, appartenenza ingrata) e gli stessi operatori del mondo del pallone. A cominciare dal presidente della Federazione, Abete, giù giù fino ai presidenti delle società. Ho appena visto "Speciale Calciomercato" su Sky, con un indignato Nicola Cecere, della Gazzetta dello Sport, il quotidiano che su questo tema è d'una durezza che persino Torquemada, se fosse redivivo, si farebbe qualche scrupolo. L'argomento per trattare Moggi da untore, in assenza di un giudizio penale e tanto meno civile, è il medesimo: per la giustizia sportiva è squalificato.
A lor signori, pur non avendo simpatia personale alcuna per "Lucianone", ricordo che la sua condizione per la società è la medesima dell'attuale presidente del
Consiglio, cioè in attesa di giudizio, e per il mondo del calcio a quella di Enrico Preziosi, beccato con le mani nel sacco (più che un sacco, una valigia piena di soldi per comprarsi una partita) e attualmente squalificato. Eppure, uno (Moggi) è tuttora appestato, mentre l'altro (Preziosi) è servito e riverito, osannato per la stagione mirabolante del suo Genoa e tenuto in palmo di mano da Moratti (con cui fa affari d'oro), Berlusconi (idem con patate) e dai dirigenti della nuova Juventus (idem con patate e pure il polpo).
Consiglio, cioè in attesa di giudizio, e per il mondo del calcio a quella di Enrico Preziosi, beccato con le mani nel sacco (più che un sacco, una valigia piena di soldi per comprarsi una partita) e attualmente squalificato. Eppure, uno (Moggi) è tuttora appestato, mentre l'altro (Preziosi) è servito e riverito, osannato per la stagione mirabolante del suo Genoa e tenuto in palmo di mano da Moratti (con cui fa affari d'oro), Berlusconi (idem con patate) e dai dirigenti della nuova Juventus (idem con patate e pure il polpo).
La morale, una triste morale, è la seguente: in questo paese, che ha la tentazione irresistibile di correre in soccorso del vincitore (Longanesi), tutto si può perdonare, tranne l'essere un perdente. Finché era tra i potenti nessuno osava nemmeno sfiorare la giacca di Moggi, ora lo calpestano e, se cerca di tornare a galla, gli sputano sopra. Un applauso.
6 commenti:
Preziosi sarà ben visto a Genova, ma a Como non è certo ben voluto.
Come non possono essere ben voluti Berlusconi e Moggi da chi "se ne intende" di moralità, da un aparte, e sport, dall'altra.
Certo che se volevi aggraziarci "Big Luciano" avresti dovuto scegliergli una compagnia migliore. ;-)
Sìììì! Io adoro Giorgio Bardaglio! :-)
Luca (da tifoso juventino speaking)
Con questo post ai miei occhi hai perso un sacco di punti.
Lo so, non mi conosci, non sai chi sono, non te ne può importare di meno ma comunque ci tenevo a dirtelo...
PS - Non sono interista, non sono milanista, non sono juventino, insomma non sono un tifoso.
Caro Giorgio,
come era evidentemente prevedibile ed altrettanto appositamente da te voluto, da buon -anzi ottimo- interista ho immediatamente letto il tuo post.
sorvolando sulle considerazione in merito al vostro buon -si fa per dire- presidente del consiglio, credo che l'impostazione del tuo pensiero sia un po' parziale e credo volutamente.
come nella vita, il bicchiere è sia mezzo pieno che mezzo vuoto, anche in questa faccenda a vederla con un occhio si potrebbe affermare quanto dici tu; viceversa, però, è palese come il pianeta moggi e le sue infinite malefatte, possano essere viste da un occhio diverso -magari quello interista- che non dimentica come il tutto non sia riconducibile a quel maledetto rigore non dato dall’apostolo di luciano, ma che riguardi anche mille altre cose; a partire dagli arbitri rinchiusi a chiave negli spogliatoi, alle designazioni telecomandate, ai giocatori comprati a 1/3 del valore grazie a comportamenti che definirli border-line è veramente poco. E all’elenco se ne potrebbero aggiungere decine anzi centinaia.
Dire che siccome anche preziosi e compagnia varia, hanno sulla coscienza nefandezze e illegalità ma nonostante ciò sono al loro posto, e che solo moggi stia pagando, lo trovo non solo scorretto (nel senso di non vero) ma soprattutto degno del miglior emilio fede o mario giordano. Moggi ne ha fatte un’infinità di più, moggi ha orchestrato -con maniere che certa magistratura definirebbe da associazione a delinquere- il mondo del calcio per anni, decidendo chi dovesse vincere e cosa dovesse vincere.
Sorrido quando si dice che “tanto la juve era più forte avrebbe vinto comunque” perché se così fosse stato il buon lucianone non serviva; non ci sarebbe mai stata moggiopoli perché nessun moggi sarebbe esistito. Nessuno avrebbe fatto diventare il mondo del calcio un proprio feudo, comandato e gestito a piacimento e oggi non saremmo qui a parlarne.
Moggi invece c’è stato, è stato fondamentale per ben piu’ dei due scudetti sottratti alla ex signora, e proprio per questo suo essere fondamentale è stato messo e tenuto sul suo trono torinese dalla compiacente proprietà.
Mi piace pensare che come lui e la juve hanno pagato (a mio modo di vedere TROPPO TROPPO poco), un giorno possano pagare anche i vari Berlusconi e company.
Un saluto calorosissimo da un caro campione d’italia
PS perdona gli errori ma ho scritto di getto!
io invece ho seguito il tuo consiglio e mi sono fermato alla prima riga...
Giacinto Facchetti ale ale Giacinto Facchetti ale ale!
I campioni dell'Italia siamo noi, siamo noi, siamo noi...
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