Chiedo scusa. Chiedo scusa per le porte aperte che chiudo, per quelle chiuse che non apro, per ciò che dovrei andare a prendermi ma sono troppo pigro o pavido per farlo. Chiedo scusa per le mani tese che ignoro, per le offerte che eludo, per gli spiccioli che conto, uno a uno, confondendo ciò che rappresentano da quanto realmente valgono. Chiedo scusa per i bicchieri di vino gramo che ho versato e per i pasti sciatti, fatti senza gioia né gusto. Chiedo scusa per il tempo perso, per tutti i momenti che spreco, per le banalità che rincorro, ignorando ciò che conta davvero. Chiedo scusa ai libri e alle creature sagge che ho incontrato, per il troppo poco che ho imparato da loro, per tutte le lezioni che mi sono entrate in un orecchio e uscite dall'altro. Chiedo scusa alle innumerevoli pagine che ho lasciato bianche, al talento sciupato, alle occasioni non colte. Chiedo scusa per gli attimi di sconforto, per gli scatti di nervosismo, per i silenzi che tagliano quanto un coltello nel burro e alzano barriere più alte e resistenti di un muro. Chiedo scusa per tutti i rinvii, le attese sterili, i "vediamo" e i "vedremo". Chiedo scusa ai miei sogni, a quelli che non ho cullato a sufficienza, a quelli che ho dimenticato, a quelli appassiti per mancanza di fiducia, a quelli che non sbocciano, perché sono diventato cinico, arido. Chiedo scusa per le incoerenze e ancor più per le coerenze ottuse, stolide, per i giudizi affrettati, per le sentenze acide, per l'astio. Chiedo scusa per le domande che non ho fatto e per le risposte non richieste che ho dato, in particolare per quelle che ero talmente ansioso di dare che la domanda nemmeno ho ascoltato. Chiedo scusa alle persone che da me si sono sentite trascurate o, peggio, prese in giro, che hanno visto in me ciò che non sono, che si sono illuse di cambiarmi mentre sono rimasto sempre identico. Chiedo scusa a chi mi è vicino e mi sente lontano, ai troppi amici a cui non scrivo e non vedo, a quanti si fidano di me nonostante io sia spesso assente, distratto. Chiedo scusa a tutti, ma soprattutto a me stesso.
Per fortuna o per iattura infatti - decidetelo voi - nessuno paga gli errori più di chi li commette.
P.S. Ora però basta fustigazioni, che di molto debbo chiedere scusa, non di essere sempre contrito e triste e mesto.