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Voglio evitare parole inutili per ricordare Franco Corrado, una delle persone che ho stimato di più. Per chi lo ha conosciuto soltanto di striscio, basti sapere che era un liberale e un gentiluomo vero, un uomo in cui anche la vanità era più un vezzo che un vizio. Non era esente da difetti, non lo è nessuno, ma i pregi li compensavano ampiamente, andando a credito.
Per me poi era una persona speciale e per spiegare quanto lo fosse mi è sufficiente riscrivere le parole pubblicate in questo blog, nell'agosto del 2011: "Non ho amici. Non sul lavoro almeno. La mia regola è: per me pari sono. Non mi riferisco ovviamente ai colleghi, né alla dozzina di persone a cui sono più legato, quasi tutte conosciute quand'ero bambino o ragazzo. Nessuna di loro però è famosa o ha incarichi pubblici, per cui è raro se non impossibile che interferiscano con ciò che sul giornale scrivo. Tutti gli altri - politici, imprenditori, docenti, funzionari pubblici e privati... - posso permettermi di trattarli al medesimo modo, senza debito di riconoscenza nei confronti di nessuno. Qualcuno m'è più simpatico, ovviamente, qualche altro meno, ma ciascuno lo valuto dai fatti, tenendo le mani libere per scrivere ciò che voglio. Una garanzia basilare per me stesso e per loro, che possono contare sulla limpidezza di giudizio, pure quand'è critico e poco generoso. Se però esiste un'eccezione essa risponde al nome di Francesco Corrado. Chi legge questo blog e ha buona memoria sa la genesi di tutto questo: quando l'ho conosciuto la prima volta non ho esitato a farne un ritratto caustico, lui però non s'è offeso e nei fatti, non a parole, mi ha dimostrato un affetto che si riserva soltanto a un figlio. Niente di che, niente contributi monetari o favori sottobanco. Semplicemente qualche consiglio sincero, una stima manifestata senza vergogna e un esserci, quando ne avevo bisogno".
Già. Quando ho avuto bisogno, lui per me c'è sempre stato. Una presenza forte quanto discreta. Al figlio Alessandro, ai nipoti Barbara e Luca che amava così tanto, sono vicino. Le loro lacrime sono le mie, anche se a loro mancherà di più e sarà un vuoto che potrà colmare soltanto la consapevolezza di esserselo goduto.
P.S. Ci sarà Anna, dicevo. Anna era sua moglie e lo ha preceduto dove si trova adesso. Possano riposare entrambi in pace, finalmente riuniti, come desideravano.