Il "cornus rubra" in fiore |
Lascio da parte le misere preoccupazioni quotidiane, concentrando l'attenzione su una pianta messa a dimora a lato del giardino. E' un "cornus rubra" (chiamato comunemente "corniolo") ed era stato scelto quattro o cinque anni fa per la fioritura splendida, un rosa acceso e impertinente, uno spesso ricamo della natura, che lo adorna da cima a fondo.
Rari erano però finora i boccioli e rachitici i petali, fragili persino i rami, tanto che talvolta non nego mi sia passato per la testa di dargli un taglio, netto.
Quest'anno invece, in un aprile all'apparenza come tutti gli altri, forse un po' più caldo, forse un filo più umido rispetto a quello passato, ecco che il cornus s'è ammantato di quei fiori stupendi che invano negli anni scorsi avevamo aspettato e ora fa bella mostra di sé, tra lo smeraldo dei prati, il rosso dell'acero, il verde carico del faggio e quello più tenue del fico.
Lo osservo ogni volta che torno a casa e me ne compiaccio, pur non avendo io alcun merito, con la natura che semplicemente ha fatto il suo corso. Lo fa sempre, la natura. Semmai siamo noi figli frettolosi e impazienti del creato a pretendere di dettare i ritmi, a incapricciarci se il corso degli eventi è differente da ciò che desideriamo. Una consapevolezza che mi prostra e nel contempo porta conforto: se infatti esiste uno scorrere più imponente di qualsiasi nostro sforzo, eccessivo è allora ogni affanno e tanto vale abbandonarsi al fluire placido del tempo, che tutto modella, tutto plasma, a proprio piacimento. Ciò non significa disinteressarti di tutto, bensì non darsi eccessiva importanza, comprendere la giusta portata del nostro impegno, accettandone i limiti, sapendo che tutto non inizia e non finisce con noi, ma c'è stato sempre un prima e ci sarà sempre un dopo.