C'è stato un Natale, tanti anni fa, in cui avevo scritto per ogni amico e persino per ogni collega una lettera, un biglietto. Poche righe, su un cartoncino colorato, ma personalizzate, in cui riportavo una parola sincera sul nostro rapporto, di quelle che si pensano ma che - scioccamente anche, per pudore, superficialità o supponenza - non si dicono. Mi piacerebbe farlo di nuovo e, più ancora, vorrei trovare il tempo di passare con ciascuno degli amici attuali un momento. Con alcuni, che vivono lontano, sarà impossibile; con altri, che conosco per lo più per scambio epistolare (via computer, d'accordo, ma sempre scambio epistolare è) si rivelerà impresa difficile; con la maggior parte potrebbe essere semplice, se non si mettesse di mezzo il lavoro, l'assenza di tempo, le altre incombenze festive, gli impegni delle rispettive famiglie e compagnie. Mi accontenterei di vedere, da settimana prossima a Capodanno, ogni giorno qualcuno, organizzare qualche raduno, cenare o pranzare insieme, anche soltanto bere un caffé, scambiare due chiacchiere e stringersi la mano, augurarsi buone feste guardandosi negli occhi, sorridendo l'un l'altro.
Già che ci sono, oltre al proposito buono, appunto qui qualche regalo che nel corso degli anni ho fatto e che magari può servire a chi passa di qui come spunto. Uno sforzo di creatività, per ricambiare almeno un poco l'attenzione che ricevo (e se anche altri si sforzano un poco, ne potrebbe uscire una catena delle idee regalo da cui attingere).
Primo: un biglietto personalizzato, una lettera vera e propria (ok, l'ho già scritto, ma questo è un elenco).
Secondo: un anno comprai e regalai una dozzina di videocassette de "La vita è meravigliosa" di Frank Capra, con James Stewart. Ora il mezzo tecnologico è superato, tuttavia esistono i Dvd o anche semplicemente i file video: è un film degli anni Quaranta ma mi commuove ogni volta che lo vedo.
Terzo: il classico libro. Qui azzeccare i gusti, evitando i doppioni, è più arduo. In generale, quelli che ho regalato di più in assoluto sono stati: "Giobbe, romanzo di un uomo semplice" di Joseph Roth e "Nessun luogo è lontano" di Richard Bach. Per chi vuole evitare l'imbarazzo di donare un doppione, la frase che uso nel biglietto d'accompagnamento è: "Se non l'hai mai letto, spero sia di tuo gradimento. In caso contrario, puoi regalarlo a tua volta a un amico, perché i libri sono gli unici regali che passano senza offesa di mano in mano".
Quarto: una bussola. Ce ne sono di molti tipi e di tutti i prezzi e hanno un valore simbolico. E poi sono curiosi da portare con sé in montagna o tra i boschi.
Quinto: una macchina per fare e cuocere il pane in casa. Costano, è vero, però non sono banali e l'effetto sorpresa è elevato.
Sesto: un porta Ipod a prova di acqua, da usare in piscina per rendere meno noiosa la nuotata.
Settimo: un buono per una giornata sugli alberi in un parco naturale (ce n'è uno molto caratteristico a
Civenna, tra Como e Lecco).
Ottavo: uno schiaccianoci o un cavaturaccioli. In una casa non sono mai troppi, specialmente i primi, che quando si porta in tavolo il cestello con la frutta secca bisogna sempre fare a gara per spaccare la nocciolina di turno.
Nove: una raccolta annuale di fumetti. Su Ebay si trovano facilmente e a buon prezzo. In questo caso, l'unica indicazione è conoscere il fumetto preferito da chi deve ricevere il regalo.
Decimo: uno degli oggetti della
Associazione Mehala, del mio amico Paolo Moretti. Si fa bella figura, aiutando chi ha bisogno.