La tua età.
Non so null'altro. Non ho voluto saperlo.
Ignoro i motivi per cui ha deciso di farla finita, il baratro che dentro lui s'è ampliato tanto da farlo saltare in quel buio che non conosce ritorno.
Troppo dolore, troppo mistero.
Mi aggrappo al tuo sorriso, convinto sia autentico, che non nasconda nulla, anche se non posso esserne certo, poiché insondabile è l'animo di ogni essere umano, compreso quello di chi abbiamo generato e dorme nella stanza accanto da quando è nato.
Voglio soltanto che tu sappia questo: tu non mi deludi mai e mai potrai deludermi, nulla potrà succedere di così ingombrante, pesante, ispido da non essere ascoltato, compreso e, al limite, perdonato.
Vale per te, per i tuoi fratelli, per tutte le persone che ho care, con cui ho condiviso un lembo di cuore, oltre che di cammino.
L'accettazione dei miei limiti, la consapevolezza dei miei errori, la conoscenza delle mie fragilità impediscono la spietatezza del giudizio nei confronti di ciascuno, più ancora delle persone che amo.
P.S. Ho un cruccio. Un cruccio che risale a una decina d'anni fa e riguarda tuo fratello, un'ingiustizia che ha subito e per la quale avrei potuto fare di più, invece di limitarmi a sostenerne insieme con lui il peso e cercare di superarla, andando avanti, trasformando l'ostacolo in un trampolino, cavando dal gramo il buono, convinto com'ero - come tuttora sono - che il gramo esiste sempre, per cui tanto vale non crucciarsi troppo e imparare a superarlo. Credo sia avvenuto proprio questo, per merito suo, che ha saputo reagire, non senza struggimento, dimostrandosi forte, maturo. Io invece sono stato egoista, pavido, badando al perimetro del mio giardino, sottraendo dalle fauci di un sistema bacato il mio cucciolo, senza pensare che abdicando a una battaglia di principio, altri in futuro avrebbero pagato dazio. Un tarlo che mi rode da parecchio e che da qualche sera s'è fatto più pungente, ascoltando la storia di un altro ragazzo alle prese con una vicenda simile, un regime scolastico per nulla attento alla persona, distante anni luce dai miei ideali di buono, giusto. Te lo racconto non soltanto per confidarti che l'unico a poter deludere me stesso sono io, ma anche perché in questa dirittura finale dell'anno scolastico vorrei che nessuno scordasse quanto tutto è relativo e che l'istruzione è importante, ma la vita lo è di più. Molto di più.