mercoledì 28 maggio 2014

I direttori passano

Foto by Leonora
Stamattina mi sono svegliato e non avevo nessun posto dove andare. Non mi capitava da un pezzo e, senza metterla giù dura, ho riprovato la sensazione che avevo da bambino quando ero malato e non andavo a scuola, con il rimorso di coscienza che rovinava quella mezza giornata libera.
Comunque scrivo questo post non per guardarmi l'ombelico, né per trasformare questi pochi giorni di sospensione (da metà della prossima settimana ricomincio a lavorare) nei dolori del giovane Werther, bensì per fare copia e incolla dell'ultimo editoriale comparso in prima pagina sul Cittadino di Monza e Brianza settimana scorsa e sul blog Via Longhi 3.

I direttori passano. Me lo disse l’amico Mario Schiani anni fa e mi è rimasto sempre in testa.
I direttori passano ed è arrivato il momento che a passare sia io: arrivato sulla soglia dei tre anni, lascio il Cittadino. Lo scrivo qui, senza girarci attorno, con dispiacere per l’affetto che provo per colleghi e lettori, ma anche convinto che sia la scelta migliore.
Il giornale in queste settimane ha cambiato l’assetto societario, nuove forze e spinte vitali sono state iniettate per dare linfa alla testata, è giusto siano loro a rinnovare una realtà troppo preziosa per essere sprecata.
L’ho ripetuto praticamente tutti i giorni da quando sono qui, in prima pagina, nei circoli pubblici e privati, in piazza: una città senza un suo giornale è debole, fragile, povera. Il Cittadino non è uno dei tanti, è l’unico sopravvissuto a Monza e in Brianza in oltre cent’anni di storia, capace pur nelle difficoltà di resistere e inventarsi ogni volta. Al mio successore, ai nuovi soci che si sono assunti l’onere e l’onore di renderlo ancora più solido, va la mia riconoscenza.
Mi mancherà più di tutto il contatto con le persone, il dialogo con voi lettori, che mi avete spesso dimostrato affetto e sommerso ogni settimana di lettere, qualche volta anche critiche, ma proprio per questo più care: ci si confronta soltanto con chi si stima.
Nel mio piccolo spero di non aver fatto troppi danni e chiedo scusa per i limiti che ho avuto, per tutte le volte che ho mancato in sensibilità, saggezza, intelligenza. Quand’è avvenuto è stato esclusivamente per colpa mia, poiché tutto si potrà dire di questi anni, non che la direzione non sia stata libera. Ho avuto la fortuna di ragionare e anche di sbagliare con la mia testa, un dono rarissimo e prezioso per cui dico grazie ai componenti del consiglio di amministrazione e in particolare all’editore.
Monza in questi anni è cambiata. È cambiato il sindaco, l’amministrazione comunale, sono cambiati pure i cittadini, messi a dura prova da una crisi epocale, che tempra i più forti e i deboli li stronca. Spero di essere riuscito a raccontare la città, così come mi auguro di aver saputo rinnovare l’essenza di una tradizione antica, popolare ma anche alta, orientata a quei valori dell’umanesimo cristiano che pretendono più testimoni che bandiera.
I direttori passano, il Cittadino resta. E proprio perché resta, un po’ qui rimarrò anch’io. Sono arrivato nel 2011 scrivendo di voler dare a tutti i lettori una stretta di mano, me ne vado salutandovi oggi, con un abbraccio. Grazie per il bene che mi avete voluto.


    

lunedì 26 maggio 2014

La mano tesa (prove tecniche di distensione)

Foto by Leonora
Anna ha vinto e sarà il nuovo sindaco, Isabella di voti ne ha presi una carriolata (258) ed è giusto che questa sera tutto il gruppo faccia festa, godendosi un successo che ha il sapore della svolta.
Da parte mia, oltre ai complimenti, va il ringraziamento per la passione che hanno testimoniato, per l'interesse privo di interessi che hanno messo, per l'entusiasmo nel volersi occupare della cosa pubblica invece di badare al proprio giardino di casa.
Il difficile viene adesso, ma questo credo lo sappiano.
Nei giorni scorsi ho sentito tanti incoraggiamenti ma anche molti brontolii, alcuni sensati, altri invece frutto di una malignità gratuita. Certi appunti mi hanno ferito, poiché "la politica è importante, ma la vita - e oserei aggiungere l'amicizia - è più importante della politica".
Perciò, per cominciare, mi piacerebbe che in paese si torni a un clima più disteso, sereno, lontano dal tifo da stadio e credo che ciò sia possibile se coloro che hanno vinto dimostreranno di esser fatti di un'altra pasta. Ad esempio tendendo la mano agli avversari, riconoscendo loro dignità, ricordando che la vittoria è stata indiscutibile ma rappresenta pur sempre una parte esigua dell'intera popolazione. Cercare ciò che unisce, tentare una gestione il più possibile condivisa, puntare a una mediazione "alta" credo debba essere un'opportunità, prima ancora che un dovere.
Lo scrivo con il cuore: sono stanco delle divisioni e la responsabilità maggiore che imputo al sindaco uscente è quella di aver scavato un solco più profondo, invece di costruire ponti e di ricucire gli strappi. Ormai però è acqua passata. Anna e il gruppo che l'ha sostenuta hanno la possibilità di distinguersi, ascoltando i cittadini, a cominciare dai problemi concreti: le scuole, le aree un tempo produttive e ora dismesse, il rapporto con le moltissime associazioni, le tante situazioni di povertà...
Quanto a Isabella, si porta sulle spalle una responsabilità gravosa, quella di ripagare la fiducia delle moltissime persone che in buona fede l'hanno votata. Ecco perché spero le stiano vicino, che non intendano il loro voto come una cambiale in bianco, come una delega assoluta, bensì le dicano in maniera schietta quando percorre la direzione giusta e quando invece sbaglia. Se ciò avverrà penso potrà fare bene, visto che è una donna che ascolta e niente affatto presuntuosa.
Come ha scritto lei stessa l'altro giorno: una persona sola non può cambiare in meglio un paese, un paese si cambia in meglio soltanto insieme, maggioranza e minoranza, chi la pensa in una maniera e chi nell'altra. Ora è il momento di dimostrarlo.

venerdì 23 maggio 2014

Il mio voto

Foto by Leonora
"Certo che tu... non mi ha portato un voto!". Erano le sette del mattino di ieri, ero ancora al calduccio del letto e un po' per l'orario, un po' per gli sconvolgimenti dei cambiamenti al lavoro, ammetto di non esser stato proprio lucidissimo. Due secondi dopo ho aperto gli occhi, dato uno sguardo alla radiosveglia, messo a fuoco la donna che avevo al mio fianco e che quasi non riconoscevo. Isabella mi fissava pensierosa, assorta persino. "Certo che tu... non mi hai portato un voto!". Ho impiegato mezzo minuto per capire che si trattava proprio di ciò che avevo sentito, ribattendo: "Ma scusa, cosa stai dicendo?". "Scusa, scusa - mi sono sentito rispondere, vedendola di nuovo sorridente e poi ridere proprio, distesa e autoironica - ormai ragiono solo in termini di voto...".
Racconto questo siparietto domestico per stemperare il clima preelettorale di queste ore e soprattutto per far capire come Isabella ha preso sul serio l'impegno preso. Lo scrivo onestamente: non so se Obama aveva lo stesso piglio, la stessa determinazione, quando si è candidato alla Casa Bianca.
Le donne, in questo, mi insegnano tantissimo. In ogni caso, piacendo al cielo, tra quarantotto ore sarà finito tutto e vada come vada non sarà stato tempo sprecato. Da parte mia ho apprezzato moltissimo la purezza dei suoi intenti, il crederci davvero e persino l'ingenuinità, quel candore che io ho smarrito da un pezzo ma di cui in fondo è rimasta traccia, rimandando a un Giorgio di trent'anni fa, quando davvero pensavo di cambiare il mondo. Che non ce l'abbia fatta io, che abbia deciso di occuparmi di altro, che abbia delegato ad altri la buona amministrazione del mio paese è un fatto di cui non sono pentito, ma che nell'intimo comporta sempre un certo rammarico.
Non so chi da lunedì pomeriggio diventerà sindaco, se avremo finalmente una donna (Anna Gargano, la persona che ha convinto Isabella) oppure sarà confermato Rocco Palamara o invece la spunteranno il grillino Venneri, il farmacista Di Lenna, l'immarcescibile Lamorgese. Chiunque sarà, avrà il mio rispetto.
Però di una cosa sono certo: Isabella almeno un voto lo prenderà. Il mio.

giovedì 22 maggio 2014

Cambio lavoro (terza svolta, sempre dritto)

Foto by Leonora
La notizia era nell'aria da qualche tempo, l'ufficialità è arrivata soltanto con il giornale in edicola oggi, con l'articolo di fondo che ho scritto per spiegare le ragioni di una scelta, salutare colleghi, collaboratori e lettori, scusarmi per gli errori che posso avere commesso, ringraziare tutti per il bene che mi hanno voluto.
Da settimana prossima non sarò più direttore del Cittadino e di Monzabrianzatv, a breve comincerò una nuova avventura, con un ruolo diverso ma identica voglia di dare il massimo e combinare qualcosa di buono.
Per adesso bado a chiudere al meglio questa esperienza, eccezionale e irripetibile, fin dall'inizio (e me ne accorgo dalle parole che avevo scritto qui e anche qui, allora).
Pur in un momento economico difficile sono stato messo nelle condizioni di lavorare ottimamente, godendo di una libertà eccezionale, cercando di farne buon uso, con responsabilità (perché c'è soltanto una sciagura peggiore di non avere libertà: averla e sprecarla). E' proprio per riconoscenza verso quanto ricevuto e stima nei confronti dell'intero gruppo Sesaab che mi preparo ad affrontare una nuova sfida, con rinnovata energia ed entusiasmo.
Ieri, quando ho annunciato l'addio ai colleghi, avevo la voce strozzata. Non me ne vergogno: avere cuore significa anche portarne il peso.
Avrei mille altre cose da scrivere, ma per oggi basta così.
Per tirare le somme ci sarà tempo, proprio come per raccontare passo passo ciò che andrò a fare tra poco, ricominciando un ciclo iniziato esattamente sei anni fa (il 3 giugno 2008 venivo assunto a La Provincia di Como) e che ogni tre anni mette la freccia e svolta. Guardando avanti, andando dritto e ringraziando il cielo.

venerdì 16 maggio 2014

La vita è più importante della politica (ma onore a chi si impegna)

Foto by Leonora
Osservo Isabella mentre avvolge al collo il suo foulard d’ordinanza, saluta i tre figli ed esce di casa. In queste sere io non ci sono mai, ma lei nemmeno: io perso per la Brianza a raccontare la campagna elettorale, lei a farla, a Lurate Caccivio, dov'è nata e cresciuta. A volte rientro prima io e la sento arrivare contenta, altre volte invece è delusa, non avendo il callo per le accuse fatte a prescindere o per il partito preso, che non guarda in faccia e ti giudica dal colore del volantino, dimenticando che sei una persona.
Penso spesso a chi gliel’ha fatto fare e sono preoccupato per lei, poiché conosco i meccanismi della politica e l’ostilità della gente, che raramente è contenta. Però ne sono anche orgoglioso e mi piace un sacco la sua ingenuità, il suo impegno pieno e disinteressato. Io, cinico, prevedo i fastidi a cui andrà incontro, i problemi che dovrebbe affrontare nell’ipotesi in cui dovesse entrare in consiglio comunale, mentre lei pare ignorare tutti i possibili grattacapi e si butta a capofitto, convinta davvero che un paese migliore sia quello che si costruisce insieme e che tutti debbano fare la loro parte, lei per prima. Mi piace che riesca ad andar d'accordo con tutti e che con i rappresentanti delle altre liste abbia un buon rapporto, compreso con il sindaco uscente, dimostrando nella pratica ciò che Martinazzoli sosteneva in teoria: "La politica è importante, ma la vita è più importante della politica".
Non so quanti voti riuscirà a prendere Isabella, temo nella medesima misura la cesta vuota e la messe piena. Nel primo caso si sentirebbe sconfortata, la prenderebbe come una sconfitta personale, un non essere all’altezza, mentre nel secondo i fastidi di cui ho scritto finirebbero per trasformarsi presto in montagna.
In ogni caso la ammiro perché si è candidata, perché non è rimasta con le mani in mano, perché ha dato un esempio ai suoi figli e pure a me, dimostrando che il “bene comune” non sono due parole con cui riempirsi la bocca, bensì una scelta concreta, che va fatta.