Foto by Leonora |
Famiglia. Ne avevo una quando sono nato, la mantengo anche
se nel frattempo ne ho formata un'altra e formandone un'altra mi sono
intrecciato ad altre famiglie a cui sono legato.
Ed è proprio questo mischiarsi, questa gemmazione continua
che esiste da che mondo e mondo, il tratto caratteristico della famiglia
rispetto al singolo individuo. Non la chiusura, non l'idea di recinto, di
steccato, che diamo quando la disegniamo delineandone i bordi in modo preciso,
specialmente se lo facciamo per scopo propagandistico o politico.
La famiglia è un'istituzione naturale, prescinde e comprende
tutto. "Senza famiglia" è il titolo di un libro (quanto ho pianto da
ragazzo, vedendone in tv la versione cartone animato) ma
senza famiglia non lo è nessuno.
Ecco perché oggi rifuggo le polemiche sia pro sia contro il
Family Day, dichiarandomi fieramente neutro, non avendo bisogno di brandirlo
come spada né di combatterlo ritenendolo un ipocrita feticcio.
Piuttosto sono lieto che Giacomo oggi, come
dono per il suo compleanno, abbia chiesto di cenare tutti assieme, a casa, non
soltanto noi cinque, ma anche nonna, zii, cugini, amici persino. Lui il Family
Day non sa neppure cos'è, credo, però il significato positivo di famiglia lo ha stampato
nel cuore ed è forse il più bel regalo che lui fa a me e a noi, ogni giorno.
P.S. Tanto per rimarcare il concetto, è famiglia quella a tinte pastello del Mulino Bianco e pure quella nero lutto evocata nel Padrino. C'è chi scrive che "famiglia" è dove ci sono persone felici e io obietto pure su questo, perché mai mi sono sentito parte di una famiglia più di quando volavano urla e c'erano attriti e dolore o pianto. Ognuno può chiamare "famiglia" ciò che vuole, però nulla cancella la sostanza di quella che è la famiglia davvero e che non ha mai pronome singolare, mia o tua o sua, ma soltanto plurale, nostra, vostra, loro.