Pur restando intimamente orso - chi mi conosce bene lo sa - mi piace ascoltare le persone, cercare di capire cosa vogliono esprimere anche quando non lo dicono, per pudore, timore, imbarazzo.
Il problema iniziale, la sfida, è sempre la stessa: provare a mettersi nei panni altrui, "camminare almeno tre lune nei suoi mocassini" come direbbero i nativi americani Sioux.
Ho un mente una frase di Nenni, che dopo una vita all'opposizione si trovò vice presidente del Consiglio. Quando Montanelli andò a trovarlo, egli disse tra lo stupito e il costernato: "Certo che, a vederle da questa parte della barricata, le cose sono un po' diverse".
Scriverlo in tempi come questi, di guerra alle porte d'Europa, potrebbe sembrare di gusto ambiguo, tuttavia provare anche soltanto idealmente a spostarsi nella barricata altrui e vedere da lì, dovrebbe essere per ciascuno un esercizio da trasformare in obbligo.
In psicologia questa capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona si chiama "empatia". Io la considero semplicemente umanità.
P.S. Scriverei più spesso su questo blog, a volte però non sono ispirato, a volte temo un eccesso di vanità, a volte mi pare che tutto ciò che c’è di essenziale sia stato detto, a volte - sempre - l’assenza di vincolo uccide la creatività, non la esalta. Lo preciso qui, nel giorno in cui insieme alle eccellenti Giulia e Marta, sono stato invitato nella nuova biblioteca del mio paese a parlare proprio di questo blog, iniziato come aquilone che mi portasse via dalla scontentezza per il lavoro che facevo e diventato nel tempo una sorta di diario di viaggio, intimo, la parte migliore dell'uomo peggiore che nella vita di tutti i giorni sono.