La prima ed unica volta in cui ho stretto la mano a Maurizio Del Sordo è stata alla fine del 1987, io giovane aspirante collaboratore de "La Provincia", lui appena assunto e assegnato al settore delle cronache locali. Debbo a lui alcune nozioni che mi si sono stampate a fuoco (l'accento acuto che va sul "perché", la differenza di utilizzo tra il "ma" e il "bensì"), mentre altre le ho scordate in tempo zero (come distinguere un maresciallo da un brigadiere o da un tenente dei Carabinieri osservando le mostrine sulla divisa).
Nei corsi e ricorsi professionali me lo sono ritrovato accanto in mille occasioni, limitandomi alla cortesia di coloro che non si sporcano le mani, di chi è bravo a parole ma non entra in relazione vera con l'altro, specialmente quando l'altro è spesso trasandato, un uomo di un quintale e passa con la faccia da bambino, il maglione sempre identico, le manie e quel modo lunare di porsi, che non si capisce mai se c'è o se ci fa, se lo sciocco è lui che parla o io che gli do ascolto.
Maurizio se n'è andato ieri, senza esserci mai realmente "stato", come avviene a tutti gli strani, i timidi, gli eccentrici, i disperati, gli anticonformisti, bizzarri, stravaganti...
Di lui mi rimarrà il senso di colpa per non essergli mai stato vicino, veramente, e alcune battute caustiche, per prima questa, che mi ripeteva spesso, facendo il verso a un motto trito e ritrito, per irridere di volta in volta coloro che scuotendo il capo sentenziavano: "Mala tempa currunt": "Mala tempora currunt... Paraculi imperant" chiosava lui.
Non l'ho mai detto a Maurizio, ma tra quei "paraculi" ho sempre sperato di non esserci io, anche se in fondo è impossibile e alla fine o si è come lui, lontani da questo mondo in tutto e per tutto, oppure un po' "paraculi" lo si è sempre.
Importante è esserne consapevoli, non suonare falsi o ipocriti e ricordarsi che per un Maurizio che non c'è più altre decine di Maurizio ci vivono accanto e scivolano via, tra l'indifferenza, ogni giorno.
Importante è esserne consapevoli, non suonare falsi o ipocriti e ricordarsi che per un Maurizio che non c'è più altre decine di Maurizio ci vivono accanto e scivolano via, tra l'indifferenza, ogni giorno.