Debbo delle scuse a chi mi segue (sì, dico a voi tre!) e anche a me stesso, per aver trascurato questo blog nell'ultima settimana. Per me sono giorni tribolati, con problemi famigliari (non mi piace chi si piange addosso, ma me ne sono capitate di tutti colori: se andassi a Lourdes, tanto per intenderci, credo troverei un cartello con la scritta: "Chiuso". Comunque nulla di grave, tutto che può passare, tranne la malattia di mio padre) a cui si aggiungono preoccupazioni professionali (se ne avrò occasione, ne scriverò).
Debbo delle scuse, ma soprattutto spero che per tutti sia stata un buon Natale. Dopo tutto, lo è stato anche per me.
Seppur in ritardo, vorrei lasciare in dono a chi passa di qui un pensiero: una poesia scritta da Antonia Pozzi l'8 dicembre del 1934. Si intitola: "Confidare" e la trovo bellissima.
Debbo delle scuse, ma soprattutto spero che per tutti sia stata un buon Natale. Dopo tutto, lo è stato anche per me.
Seppur in ritardo, vorrei lasciare in dono a chi passa di qui un pensiero: una poesia scritta da Antonia Pozzi l'8 dicembre del 1934. Si intitola: "Confidare" e la trovo bellissima.
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l'arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l'orzo intorno alla casa.