Eravamo sette amici al bar. Che poi era un ristorante e Gino Paoli non cantava e non noi volevano cambiare il mondo, bensì è il mondo ad essere cambiato da quando ci siamo incontrati la prima volta, dovendo stare al passo noi, chi quieto, chi di corsa.
Storia breve di una parentesi lunga, oltre che tonda.
Con un prologo.
La sera di lunedì 19 novembre del 2007, zona Sant’Agostino, Como. Una ventina di ragazzi e ragazze e un paio di uomini già maturi che si incontrano, senza essersi mai visti prima, avendo in comune soltanto la sensazione di essere pionieri e l’esperienza di un blog.
Il loro blog. E il primo “pizza blog” di Como e province limitrofe, Canton Ticino compreso (qui uno, due, tre resoconti di allora)
Sedici anni dopo in sette, più due accompagnatori, ci siamo ritrovati attorno a un tavolo, scoprendoci identici e differenti insieme.
Differenti per qualche tratto del viso e i capelli brizzolati (chi li ha), identico per lo spirito curioso, la voglia di scoprire, conoscere, condividere.
I blog, nel frattempo, “sono morti” (come sentenzia Gaspar); la maggior parte non li ha più; qualcuno l’ha ancora ma mai aggiornato; qualcuna pensava fosse stato cancellato e invece ha scoperto che nel web si conserva (quasi) tutto e l’ha ritrovato; uno continua imperterrito a tenerlo in vita e quell’uno sono io.
Fine della breve storia speciale ed emozionante di un raduno che si è tenuto ieri l’altro, in cui è apparso chiaro come l’informatica ha rivoluzionato il mondo, ma è sempre la filosofia - cioè conoscere, discutere, confrontarsi, dialogare, interrogarsi, tentare di dare risposte, narrare - a spingerlo e renderlo interessante, degno di nota.
P.S. Per amor di cronaca e piacere di condivisione, aggiungo qualche postilla, a futura memoria, ringraziando Elena (Trombetta) che ha organizzato la rimpatriata, e Denise (Canu), sempre puntuale e riflessiva.
- L’assioma di Luca (Zappa)
“Il bello è che è tutta matematica”. Lo dice sottovoce, sorridendo, contento quanto un bimbo la mattina di Natale, mentre parliamo di intelligenza artificiale, anche se non è vera intelligenza, constatando come i computer possono già ora disegnare o scrivere testi, in autonomia.
- Il teorema di Frenz (Francesco Lietti)
Data la traccia audio e video di una persona, moltiplicata per enne volte, sommata a un numero X di testi da essa scritti e di cui viene conservata memoria, l’intelligenza artificiale sarà in grado di riprodurne voce e nuovi discorsi all’infinito, come se fosse viva, anche s’è morta.
- La profezia di Giorgio (me medesimo)
Considerato il teorema di Frenz, avendo io infinite tracce audio e video, oltre che migliaia di testi scritti conservati in internet, potrete vedermi e ascoltarmi e chiedermi cose e sentirmi rispondere per secoli e secoli, in versione ologramma (una scoperta beffarda per me, il cui mantra da decenni è che nulla si conserva e che è giusto metterci il cuore in pace e dormire quieti, considerato che nel volgere di un paio di generazioni siamo destinati all’oblio, senza eccezione alcuna. E invece…).
- Il monito di Valentina (Orsucci)
“Non sono preoccupata per me, bensì per i ragazzi di oggi, perché questi social, questa tecnologia… Cosa comporterà? Dove finiremo?”. Lo dice lei, mi sembra di sentire Isabella. Con tutte le loro ragioni, ma pure i torti, o meglio, la parzialità di un punto di vista. Perché che il futuro sia meglio o peggio non dipende dal futuro in sé, bensì da come lo si osserva. Se a prevalere è un approccio negativo, pessimista, allora preoccupazioni e paure dipingeranno ombra. Se predominante è uno sguardo positivo, ottimista, in ogni innovazione vedremo un’opportunità, invece di un problema, e andremo a dormire contenti sereni e sorridenti, ogni sera.
- La scala di Gaspar (Torriero)
La chiamo così, anche se ha precisato che non è sua, però tale e quale riporto la frase, com’è stata enunciata e che, a suo modo, compendia e spiega i timori di Valentina.
“Le tecnologie introdotte prima che avessimo quindici anni sono buone, quelle introdotte tra i quindici e i trent’anni sono una figata pazzesca, quelle dopo i trent’anni sono una boiata che condurrà l’umanità all’estinzione assoluta”.
A dimostrazione che il mondo cambia, noi esseri umani poco o nulla. Continuando a mantenerci in equilibrio, andando avanti e nel contempo guardando indietro, con nostalgia.