Non guardo più la televisione. Quella generalista intendo. Sono fortunato, posso permettermi Sky e guardo prevalentemente sport e film. Trascuro tutto il resto ma non lo faccio per snobismo: so che se viene trasmesso qualcosa di interessante, posso sempre rivedermelo in tempo zero su Internet. Fino a qualche anno fa, se accadeva in tv qualcosa di meritevole e me lo ero perso, dovevo sperare di vederlo in Blob. Ora Blob è diventato ogni momento ed è una rivoluzione di cui ho piena percezione solo ora, che ne scrivo.
Premetto tutto questo per dire che l'altra sera non ho visto "Rai per una notte", l'evento di Santoro e compagnia briscola sulla libertà di informazione. L'ho fatto adesso, in un oretta, grazie agli spezzoni su Youtube. Volevo lasciare qui qualche appunto.
Primo: non credo ai martiri, almeno non a quelli ben pagati e che riescono sempre a trovare un posto al sole, una seggiola, una poltrona. Non sono preoccupato per Santoro, né per Travaglio, Luttazzi e tutti gli altri, che sono una punta di diamante e riusciranno sempre a far sentire la propria voce. Mi preoccupa assai più l'asservimento che gli editori possono imporre alla restante parte dei giornalisti, a quei novantanove su cento che per uno stipendio da impiegato (molti neppure quello) devono fare i conti con lacci e lacciuoli, bavagli e ostacoli. Lo scrivo, anche in questo caso, ritenendomi più che fortunato: lavoro in un posto dove scrivo ciò che voglio e proprio per questo ne ho sacro rispetto, avendo premura che questa condizione prosegua a lungo.
Secondo: la libertà d'informazione in Italia non è in pericolo. Non lo è nel mondo, credo, ma in Italia soprattutto, poiché come scriveva bene quel genio di Gramellini, siamo un paese troppo poco serio per mettere in atto qualcosa di drastico, censura compresa (prendiamo Santoro stesso: la Rai gli vieta di andare in onda, lui si organizza una manifestazione in proprio e la trasmette non soltanto Raisat News ma pure il sito internet del Tg3). Le nuove tecnologie sono uno strumento efficacissimo: se voglio dire qualcosa, posso dirlo. Magari devo stare attento (un mio ex collega era stato licenziato, per questo) ma posso e non è poco.
Terzo: il tempo regala soddisfazioni, insegnandomi che dovrei coltivare di più la virtù della pazienza. Prendiamo Espansione Tv, dove ho lavorato per oltre dieci anni e a cui debbo molto, quasi tutto, ma che in fatto di libertà di pensiero è tuttora terzo mondo (voglio spiegarmi bene, su questo punto, perché so che è facile essere etichettati per ingrati mentre non credo di esserlo: Espansione Tv ha un editore padrone, Maurizio Giunco, che comanda da monarca assoluto e non concepisce dissenso al suo pensiero. Non dico che tutto ciò che viene trasmesso corrisponda a ciò che pensa Giunco, ma certo non va nulla in onda che sia anche soltanto a lui sgradito). Espansione Tv l'altra sera ha trasmesso la serata in diretta di Santoro e - per il sottoscritto - è come se avessero detto che Moggi è il nuovo designatore arbitrale. Eppure è successo (Santoro e Luttazzi e Travaglio su Espansione, non Moggi alla Federcalcio). Se è successo certo Giunco lo ha voluto (non so come mai ma da esterno, quale sono ora, ho un'ipotesi: essendo presidente della Frt, la federazione delle tv locali, che hanno un contenzioso con l'attuale governo su fondi tagliati proprio alle piccole tv, ha voluto dare un segnale a Berlusconi) ma immagino l'imbarazzo dello stesso Giunco, per i contenuti forti che sono andati in onda e a cui la sua tv, volente o nolente, è stata associata. Così come immagino l'imbarazzo di Alessio Butti (senatore Pdl e membro della commissione di vigilanza sulla Rai), che a Etv è legato e che ha contribuito attivamente a mettere il bavaglio sulla stessa Rai a Santoro.
L'ho già fatta troppo lunga. Concludo citando ciò che di quella trasmissione mi è piaciuto di più (insieme al monologo di Cornacchione): l'intervento della giornalista italiana che lavora in Inghilterra, Barbara Serra: "Alla Bbc il primo giorno mi hanno detto: se vuoi fare la giornalista devi fare arrabbiare ogni giorno qualcuno".
Foto by Leonora
3 commenti:
Anch'io, con la televisione, seguo la regola "assumere a piccole dosi". Come dose quasi fissa assumo solo che tempo che fa, e per un pugno di libri.
Non sono riuscita a vedere rai per una notte, in questi giorni il mio p.c. mi mostra gli you tube a singhiozzo. Da quel che ho sentito in radio, Luttazzi ha fatto il suo bel scivolone nella volgarità più becera, che non è satira.
Potente, il web: di sicuro il berlusca dopo aver ammanettato i magistrati si occuperà di una legge per anestetizzare la rete.
bellissima la frase della Serra.
io che ho cercato dal 2003 di fare questo mestiere, qualcuno ogni tanto l'ho fatto 'arrabbiare'. se fatto sul serio, è un mestiere difficile e se non hai l'appoggio dei capi ( redattori, editori ecc ) non puoi fare molto. perchè sono loro, alla fine a decidere se dare e soprattutto come dare una notizia. a partire dal titolo. già quello spesso mi ha dato fastidio. lavorando fuori redazione non posso intervenire.
è un argomento che mi brucia...
'good night and good luck...'
( un mio post )
ciao
io guardo la tv generalista, quanto a sky mi pare un pessimo investimento: lo dico "sottovoce" poichè non sono un intenditore di tv. Vedo un po' di tutto, compreso il Festival di Sanremo, X factor, le sorelle mc Leod, la signora in giallo ecc. ecc. Non vedo assolutamente i programmi della sig.a De Filippi anche se credo che sia un vero fenomeno per la capacità di creare fenomeni. Non credo che la tv generalista sia poi così schifosa, a patto che uno sappia guardala con un minimo di ironia e distacco. Mi piace molto tv Talk, qualcuno lo vede? bhè già che ci siamo: ma qualcuno da piccolo vedeva "le brigate del tigre"???
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