Riprendo fiato, dopo una settimana in apnea, tre giorni via da casa e altri due di nuovo in immersione totale. Nel frattempo è passata la Pasqua (era inevitabile d'altronde, visto che Pasqua significa appunto passaggio) e me ne sono accorto di striscio. Sono stato bene però, insieme con altre famiglie, quelle dei compagni di squadra di Giacomo, impegnato in un torneo di calcio a Lignano. Ne parlavo con Isabella, durante il viaggio di ritorno: non è stato possibile conoscerle tutte allo stesso modo, ma ero orgoglioso e insieme stupito (sì, stupito) delle affinità con persone diverse per percorso e formazione, scelte a caso dal mazzo delle possibilità, eppure simili per disposizione d'animo e buon cuore. Non ho imparato tutti i nomi a memoria, ma ne ho impressi nella mente i volti, i sorrisi, gli sguardi, i discorsi. Una cosa che più delle altre mi ha colpito è stata la varietà delle competenze. Dalla botanica all'economia, dalla cucina alla pedagogia, ogni occasione di scambiare due chiacchiere era fonte di conoscenza, e quando capitava di non sapere, di non capire una cosa, ecco che un altro veniva in soccorso, completava il mosaico, dava una mano decisiva per superare l'ostacolo (e non parlo delle cose che si apprendono a scuola, intendo proprio il sapere della vita). Direi che a ben guardare i genitori sono stati, a Lignano, testimonianza ed esempio per i ragazzi di cosa significhi il gioco di squadra. Per questo e per molto altro sono tornato non soltanto sereno, ma anche ottimista, da quei tre giorni in gita. Siamo stati un bel gruppo, senza eccezione alcuna, e se anche le strade della vita porteranno altrove, quel tratto di cammino insieme rimarrà un frutto buono, maturato in riva al mare nonostante il freddo, a primavera.
Foto by Leonora
1 commento:
Una bella esperienza, invidiabile. Purtroppo a me capita sempre meno di "innamorarmi" di persone nuove, specialmente quando si tratta di gruppi di genitori di piccoli calciatori.
Che stia diventando misantropa??!
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