Non sono mai stato un fan, un "fanatic" di niente. L'ultimo poster l'ho levato dal muro della mia stanza a quattordici anni e l'unico autografo in vita mia l'ho chiesto a Dan Gay, il primo giorno che ha messo piede al Pianella. Non avevo ancora compiuto diciannove anni.
Dopo allora, nulla. Non per snobbismo, indifferenza o freddezza. Semplicemente stimo moltissime persone, per qualcuna ho una predilezione particolare, ma distinguo sempre l'ammirazione dalla venerazione. E con il lavoro che faccio la prima regola è: passa sempre al vaglio della critica chiunque. Perciò detesto i colleghi (qualcuno ce n'è) che quando intervistano questo o quel personaggio dello sport o dello spettacolo alla fine tirano fuori penna e foglietto o peggio una fotografia è chiedono: "Scusi, un'ultima cosa, mi fa un autografo?".
Comprendo invece i ragazzini e mi spiace quando torno a casa dopo aver incontrato qualche idolo dei miei figli e rispondere: "No, non gli ho chiesto l'autografo". L'infatuazione, per qualcuno, dura ben oltre l'adolescenza e - a patto appunto che non siano giornalisti - non li biasimo, pur se sono del polo esattamente opposto al mio.
La cosa m'è venuta in mente leggendo il commento di Richi al post precedente. Richi è un fan di Antonella Elia e il suo candore nell'ammetterlo mi ha fatto tenerezza. Una tenerezza affettuosa, vera, non di compatimento, tutt'altro.
Come ho scritto ieri, stimo Antonella Elia per aver resistito a lungo e resistere tuttora in un mondo come quello dello show business che ingurgita, divora, mastica e digerisce chiunque con la velocità di Beep Beep quando scappa da Wile il coyote. Però ammiro anche la costanza, l'ingenua e cieca passione di migliaia di persone che dedicano parte della loro vita a persone che conoscono soltanto attraverso uno schermo o osservandole da Marte, senza alcuna ricompensa o speranza di incontrarle, se non magari una volta o due, di sfuggita. Mi piace pensare che le star, i personaggi famosi, specialmente quelli un po' più famosi di coloro che di solito sbarcano sull'isola, ricambino con generosità e gentilezza e, visto che sono uomini e donne anche loro, quando spengono la luce, la sera, un pensiero e un sorriso lo riservino anche agli umili servitori della loro causa. Perché anche il più grande non sarebbe nessuno se i piccoli non se lo caricassero ogni giorno sulle loro spalle, permettendogli di toccare con un dito la luna.
Foto by Leonora
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