domenica 2 ottobre 2011

A noi piace la Bignardi

Serata piacevole ieri, sabato, con Brunella, Angelo, Aurora, Attilio, Laura, Oreste.
Cena squisita e discussione incorporata, per una volta con argomenti differenti da crisi, politica, escort, expo, daspo, tivù, tivi, calcio, calci, tralci, intralci...
Il tema dibattuto più a lungo sono stati i romanzi russi, che Angelo, Laura e Oreste adorano, io e Brunella non reggiamo e Aurora prende tempo, senza generalizzare e consigliando "Oblòmov" di Ivan Aleksandrovic Goncarov come inizio.
Io, che l'unico che adoro è il Tolstoj di "Guerra e pace" (letto però in età adulta, molto adulta), mi sono trovato in minoranza, con i miei amati ed amabili romanzieri francesi dell'Ottocento a cercar di spiegare le ragioni di un'infatuazione che come ogni infatuazione non ha ragioni.
Per evitare di scrivere anch'io un romanzo mi fermo qua, con un appunto. A Isabella. Per aver sorriso sorniona e taciuto tutto il tempo. Non un commento, una frase di circostanza, una battuta, nemmeno un sospiro d'insofferenza o quell'annuire lievemente, col capo, in cui di solito le donne sono maestre, mentre con le orecchie sentono qualcosa che non ascoltano e pensano a tutt'altro. La spesa, i bambini, i mestieri, il lavoro, il conto in banca, le piante da potare, le mancanze del marito, le presenze della suocera, le bizze della collega, il tempo che passa, quello atmosferico, il dolce in tavola, le calorie di troppo, quelle di meno, sudate una per una, in una settimana di stenti e rinunce, l'appuntamento dal dentista, il tagliando dell'auto, la spazzatura che deve portare fuori ancora lei perché mai una volta che ci penso io... Cose così insomma.
Ieri poi, vista l'ora tarda, tutto è passato in fanteria, ma oggi ho acceso il moviolone, ci ho ripensato e le ho chiesto spiegazione. "Ma tu, perché ieri sera non hai detto nulla, non hai proferito parola?". "Perché di romanzi russi non ne ho sul comodino - mi ha risposto - e perché sto leggendo la Bignardi e mi piace moltissimo. Ma voi eravate così presi. Come facevo a dire: a me piace la Bignardi".
Ed è questa l'unica cosa in cui Isabella sbaglia. La serata ieri è stata piacevolissima, ma se avesse detto della Bignardi sarebbe stata (lieve e) bella ancora di più.

P.S. Giuro che dopo Goncarov leggo la Bignardi.

Foto by Leonora

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