Li vedo di striscio, frammenti d'immagine muta, mentre sbircio la tv duranta la quarta riunione della giornata, quella delle sei e mezzo.
Sul ponte di Brooklyn, seduti e con le mani sopra la testa, o in posizione fetale, senza reagire o porre resistenza violenta, in balia dei poliziotti che uno a uno li prendono e spostano di peso...
Sono coloro che protestano contro Wall Street, contro la finanza e i finanzieri senza scrupolo, coloro che sull'altare del profitto sacrificano la fortuna di uomini e donne e pure l'aspetto produttivo, in una sorta di miopia che - per qualche masochistico motivo - impedisce loro di vedere che così facendo divorano la terra stessa dove hanno costruito un impero.
Non conosco molto altro di queste persone. Ad occhio sono giovani, giovanissimi.
Mentre torno ad ascoltare ciò che i colleghi stanno dicendo e la televisione esce dall'orbita dei miei pensieri, mi trovo a riflettere sulla parte che sceglierei io.
Pur essendo per la legge e l'ordine, in questo caso coloro che manifestano mi suscitano un pensiero buono, come se rappresentassero me stesso e fossero a immagine dei miei figli, delle generazioni che verranno. In questi don Chisciotte io mi rivedo. Se non all'atto pratico, certo in quello teorico, che denuncia e condanna un sistema talmente impersonale che non si può neppure manifestare contro un nome, un cognome, un volto, ma si deve ripiegare su una via, uno spiazzo, un luogo simbolico.
Mentre la politica arranca, latita, siamo nelle mani di tecnocrati che danno ricette senza curarsi di farcele comprendere, quasi sempre senza nemmeno curarsi di alzare il naso dal computer: schiacciano un bottone e puf, via cento miliardi. Ne pigiano un altro e zac, sparita una fetta dello Stato sociale, quello che i nostri padri con tantissima fatica hanno creato.
Fino a quando lo tollereremo e, soprattutto, come riusciremo a fermarli pacificamente? Un avverbio, "pacificamente", che è stella polare di comportamento, ma che richiede tempi lunghi e una dose costante di autocontrollo.
A volte mi trovo a pensare: sorgerà mai una protesta, una rivoluzione potente e al tempo stesso rapida a diffondersi, come fu il Sessantotto?
Non lo so. Però mi tengo vigile, all'erta. Prendendo il buono che c'è e scartando tutto il resto.
Nella consapevolezza che "Indignados" forse no, ma Incavolados - molto Incavolados -lo sono senza dubbio.
Foto by Leonora
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