giovedì 27 ottobre 2011

Elogio dei fan (anche se non lo sono, di nessuno)

Non sono mai stato un fan, un "fanatic" di niente. L'ultimo poster l'ho levato dal muro della mia stanza a quattordici anni e l'unico autografo in vita mia l'ho chiesto a Dan Gay, il primo giorno che ha messo piede al Pianella. Non avevo ancora compiuto diciannove anni.
Dopo allora, nulla. Non per snobbismo, indifferenza o freddezza. Semplicemente stimo moltissime persone, per qualcuna ho una predilezione particolare, ma distinguo sempre l'ammirazione dalla venerazione. E con il lavoro che faccio la prima regola è: passa sempre al vaglio della critica chiunque. Perciò detesto i colleghi (qualcuno ce n'è) che quando intervistano questo o quel personaggio dello sport o dello spettacolo alla fine tirano fuori penna e foglietto o peggio una fotografia è chiedono: "Scusi, un'ultima cosa, mi fa un autografo?".
Comprendo invece i ragazzini e mi spiace quando torno a casa dopo aver incontrato qualche idolo dei miei figli e rispondere: "No, non gli ho chiesto l'autografo". L'infatuazione, per qualcuno, dura ben oltre l'adolescenza e - a patto appunto che non siano giornalisti - non li biasimo, pur se sono del polo esattamente opposto al mio.
La cosa m'è venuta in mente leggendo il commento di Richi al post precedente. Richi è un fan di Antonella Elia e il suo candore nell'ammetterlo mi ha fatto tenerezza. Una tenerezza affettuosa, vera, non di compatimento, tutt'altro.
Come ho scritto ieri, stimo Antonella Elia per aver resistito a lungo e resistere tuttora in un mondo come quello dello show business che ingurgita, divora, mastica e digerisce chiunque con la velocità di Beep Beep quando scappa da Wile il coyote. Però ammiro anche la costanza, l'ingenua e cieca passione di migliaia di persone che dedicano parte della loro vita a persone che conoscono soltanto attraverso uno schermo o osservandole da Marte, senza alcuna ricompensa o speranza di incontrarle, se non magari una volta o due, di sfuggita. Mi piace pensare che le star, i personaggi famosi, specialmente quelli un po' più famosi di coloro che di solito sbarcano sull'isola, ricambino con generosità e gentilezza e, visto che sono uomini e donne anche loro, quando spengono la luce, la sera, un pensiero e un sorriso lo riservino anche agli umili servitori della loro causa. Perché anche il più grande non sarebbe nessuno se i piccoli non se lo caricassero ogni giorno sulle loro spalle, permettendogli di toccare con un dito la luna.

Foto by Leonora

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