Foto by Leonora |
Ora che lo rileggo però mi pare non mi lasci convinto come quando gli ho dato una sbirciata la prima volta. Forse sono io più scettico oppure contava l'effetto sorpresa. Ad ogni modo, che il futuro possa essere migliore di come spesso lo si dipinge credo dipenda non da fattori esterni, bensì dall'approccio che abbiamo noi verso la vita. La ristrettezza dei beni materiali raramente incide sulla felicità, che invece è alimentata dalla relazioni, dagli affetti, dal benessere più che dal "benavere". Le tecnologie in questo possono essere un conduttore straordinario, pur se sbaglia chi si illude che da sole possano colmare il vuoto, la solitudine, il senso di disorientamento che spesso ci accompagna. Sono un mezzo, appunto, non il fine. Posso essere in contatto tramite Facebook, Twitter, Wazzup con mezzo mondo, ma se con nessuno si crea un rapporto di affetto, di scambio, di empatia, rimango la bollicina di acqua Lete, sola e sperduta.
3 commenti:
L'empatia innanzitutto e quella nasce solo da un rapporto di comunità, ad oggi la comunità potrà rifondarsi solo sulla nascita di una sorta di decrescita
Riflessione che condivido pienamente. Il cambiamento prima di tutto deve partire da noi stessi, ma siccome in pochi sono disposti a fare questo percorso, allora tanto vale "veicolare" le buone azioni con frasi e liste che chissà... magari un giorno porteranno frutto
Condivido pienamente il tuo pensiero! Ma il cambiamento in noi stessi non sarà mai un mezzo, ma un fine, molto ambizioso e a alla portata di pochi... Perciò ben vengano i buoni propositi! Purché non ci si fermi a quelli
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