Niente. Ci voleva anche il vento artico ad allontare l'annuncio di primavera, in questo inverno cocciuto, ch'è iniziato presto e pare non finire mai. Confido sia un colpo di coda, perché di freddo e giornate corte ne ho piene le tasche, anche se il mio amico Fabio Rovelli, che di mestiere si prende cura delle piante, dice che a parte le gelate di tardo autunno, non è stata una stagione terribile. Fabio era mio compagno di classe alle medie, forse il più sveglio tra noi, e non parlo dei libri di scuola, bensì della vita, cioè di ciò che più conta. Oggi è stato qui perché Isabella non s'accontenta dei cipressi che abbiamo in giardino. "Troppo bassi" ha sentenziato. Neanche a farlo apposta il cipresso cresce lentissimo. "E' l'albero del ricordo" ha detto Fabio, che mi ha affascinato per la sapienza nel capire chi non ha voce e neppure gambe per camminare o braccia per lamentarsi. Lui però guarda le foglie, osserva i rami, e ha una risposta per tutto. Mi ricorda Emilio Trabella, vero saggio e conoscitore di tutto il creato. Con Isabella intanto ho raggiunto un accordo: ne metteremo altri due, di cipressi, sul pendio davanti a casa. Non ora però. Ad aprile, quando farà più caldo e anche quelli attuali si potranno potare e togliere i semi, che rallentano ulteriormente la crescita.
Foto by Leonora
Foto by Leonora
3 commenti:
Tutto molto poetico e decisamente interessante...
l'albero del ricordo.... è bellissimo, non sapevo che i cipressi si portassero dietro questo piccolo segreto.
a me fanno venire in mente i viali in toscana.
Non a caso i cipressi si trovano nei viali d'ingresso dei cimiteri...
Non ho così tanto spazio in giardino,altrimenti mi piacerebbe moltissimo, per la forma e il simbolismo. Eppoi mio padre aveva scelto alberi da frutto e noi continuiamo la tradizione: limoni, arancio, mandarino, susino e un ciliegio ancora esile e pure un pò spaurito...
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