venerdì 1 aprile 2011

Coltivo dubbi (Il santuario di Maccio e la fine del mondo)


Cammino sui gusci d'uovo, parlando di un argomento in cui preferisco lasciare l'ironia sulla soglia, nel rispetto dell'opinione altrui e pure della mia, ch'è quella d'un uomo razionale, non insensibile al mistero. In questi giorni a Maccio di Villa Guardia, il paese accanto al mio, molte persone visitano il santuario - consacrato tale da pochissimo - dal cui altare trasuda acqua. "E' un segno di Dio" ha sentenziato il parroco, don Luigi Savoldelli. E pure il vescovo Diego Coletti e i vertici della Chiesa, solitamente d'una prudenza estrema quando si tratta di dare credito alla devozione popolare, sui fatti di Maccio hanno sancito una sorta di imprimatur. I giornali, quando riportano ciò che sta avvenendo, vanno a ruba, le televesioni nazionali ne parlano, la gente si schiera, di qua o di là, chi crede ciecamente da un lato, chi pensa sia tutta una montatura o suggestione dall'altro. E io? Sto nel mezzo. Come ho scritto all'inizio, non sono così ingenuo da coltivare il dubbio, in un senso o nell'altro. Diciamo che, per ciò che mi riguarda, ho per stella polare la frase riportata nel Vangelo e rivolta a San Tommaso: "Beati quelli che crederanno senza avere visto". Non ho bisogno di segni, mi dico. E questo, come direbbe Forrest Gump "è tutto quello che ho da dire su questa faccenda".


P.S. Non è vero. Non è tutto quello che ho da dire, c'è un'altra cosa. Ieri, mentre parlavamo in riunione di redazione, un collega ha riportato quello che ha saputo del maestro di musica Giocchino Genovese (che la prudentissima Chiesa - la stessa prudentissima Chiesa che non riconosce Medjugorje - definisce "senziente", cioè colui che sente la Madonna parlargli). "Non si può parlare con lui, perché sta soffrendo" mi ha detto il collega. E perché sta soffrendo? "Perché la fine del mondo è vicina". Oggi poi, lo stesso collega si è corretto, ha detto che non intendeva la fine del mondo, bensì l'apocalisse, che nella tradizione ecclesiastica è la seconda venuta di Cristo in terra. Ad ogni modo, ieri era la fine del mondo e tornato a casa che era già tardi, quando sono entrato nella stanza dei miei figli per sentire il loro respiro buono quando dormono, mi è venuta in mente la profezia e non nego, lì per lì, di essere rimasto un po' scosso. "Pensa se fosse vero, Giorgio, pensa se mancassero pochi mesi alla fine del mondo". E m'è venuto il magone, pensando che tutto è inutile quello che sto facendo, anche scrivere questo blog, e alzarmi al mattino, correre tutto il giorno. Ma più di tutto m'è venuto un groppo in gola a pensare a loro, ai miei bambini, che non diventerebbero grandi, a cui la vita sarebbe strappata troppo presto e a me, che non potrei godermeli a lungo. Con la tristezza nel cuore mi sono infilato sotto le coperte, nel letto. Poi la folgorazione: delle due l'una, ho riflettuto: "O il senziente si sbaglia oppure dall'altra parte c'è davvero qualcun altro che gliel'ha detto e allora non sarà la fine del mondo bensì un inizio". Razionale o no, dopo ho dormito come un ghiro.


Foto by Leonora

Nessun commento: