Quando ci si butta, la velocità della caduta è costante? O s'incrementa fino a un certo punto e poi si assesta? Se al liceo non avessi avuto due in fisica probabilmente risponderei io stesso, mentre ora dovrei mandare una mail a Toto o chiamare il mio amico Angelo, che adesso si occupa di tutt'altro ma in queste cose è sempre stato un asso.
Ad ogni modo, pur ignorando i principi della dinamica, intuisco (mi pare d'intuire) quelli della vita. Che non procede a velocità costante, ma ha una sorta di effetto volàno, per cui va pianissimo all'inizio, quando si è bambini, ragazzi, poi accelera in gioventù e aumenta sempre di più, diventando rapidissima a scorrere quando si è adulti e ancor più nella vecchiaia. Non so se si tratta di velocità reale o di velocità "percepita" (come va di moda dire ora, per indicare l'inflazione o il caldo e il freddo) e neppure m'interessa. Io la vivo così e credo sia esperienza comune, condivisa.
Fatta questa premessa, ho un gioco da proporre. Un gioco serio, che ho applicato a me stesso e a cui sto ancora pensando: provare a immaginarsi non domani, non dopo, bensì fra tre anni.
Tre anni proprio, il 14 agosto del 2014. E ora che è fissata una data, diamoci un obiettivo. Non qualcosa che si può ottenere in poche settimane, ma per cui occorrono mesi, anni. Chi vorremmo essere, cosa vorremmo fare nei prossimi tre anni?
Io fatico a concentrarmi, a pensarlo. Forse mi servirebbe più calma, giorni lontani dal lavoro, momenti di relax e vacanza. Per chi ci è già potrebbe essere uno stimolo, uno spunto: uscire dalla logica dell'immediato, del quotidiano, e proiettare se stessi verso un punto che se non è determinato raramente si raggiunge per caso (c'è un proverbio che recita: nessuno trova mai ciò che non cerca).
E se è vero com'è vero che il passo dopo passo è vitale per affrontare il futuro senza troppe ansie, lo è altrettanto che una visione d'orizzonte non ha mai fatto male a nessuno. Tutt'altro. Mi viene in mente un'altra storiella, quella della donna che tutte le sere, prima di andare a letto, si inginocchia e si mette a pregare e supplica: "Mio Dio, fammi vincere la lotteria!". E così per una settimana, un mese, un anno. Finchè un giorno la donna s'inginocchia, sta per aprire la bocca e dal cielo si sente la voce di Dio: "Donna, ho capito, vuoi vincere la lotteria. Ma compratelo prima o poi un biglietto!!!".
Il carpe diem non esclude il lungo periodo. La promessa è che ci penso, poi, nel 2014 ne riparliamo.
Foto by Leonora
Nessun commento:
Posta un commento