Sostiene il motto popolare che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. Però dare resta più difficile. Questione di tasche e con i tempi che corrono soprattutto di testa: bisogna pensarci.
"Non so che regalo fare" è la frase che ricorre spesso, anche nelle discussioni in famiglia.
Ne parlavo con Roberta, la mia cugina preferita e non per il fatto irrisorio e accidentale ch'è anche l'unica (il mio cugino maschio preferito è invece suo fratello, Fabrizio).
Natale, compleanno, anniversario, matrimonio, battesimo, prima comunione, cresima...
Mille circostanze in cui a volte basta il pensiero. Il problema è averlo.
Per fortuna ora ci sono i social network, infatti ieri su Facebook ho chiesto un parere ai numerosi conoscenti e in un paio d'ore m'è arrivata una carovana di suggerimenti.
Ora non so ancora cosa regalare, ma mi sono fatto un'idea guida. Due anzi.
Primo: la sobrietà.
In un tempo di crisi, di incertezza per il futuro, spendere molto è più che sbagliato: è immorale.
Secondo: l'immaterialità.
E qui il discorso si complica. Provo a spiegarlo.
Nel passato certe circostanze (il battesimo, la cresima, i diciotto anni, cioè il passaggio all'età adulta, il matrimonio, ma anche Natale e così via) erano l'occasione per regalare gioielli, monili, preziosi, oppure - più recentemente, dagli anni Settanta diciamo - oggetti tecnologici di valore, come macchine fotografiche, televisori, computer.
La rilevanza del regalo era data dall'eccezionalità e si sceglievano cose che durassero nel tempo, che fossero un piccolo patrimonio.
L'epoca dell'abbondanza e della pancia piena, in cui viviamo, ha fatto perdere a queste cose l'importanza, perchè possiamo averle non soltanto in particolari ricorrenze ma in qualsiasi giorno dell'anno o comunque con maggiore probabilità rispetto al passato.
Cosa invece è rimasta unica, rara? L'emozione di ricevere un pensiero. Ed è questa la chiave di volta. Il futuro (e anche il presente) dei regali non sta tanto nell'oggetto, bensì nell'occasione che crea e che rimane unica. Di qui la scelta di oggetti immateriali (viaggi, corsi, biglietti di partita, teatro...). "Ma non durano, svaniscono nel volgere di pochi giorni, di ore persino?" potrebbe essere l'obiezione. Invece è l'esatto contrario: durano una vita, custodite nel cuore e nella memoria, perciò più al sicuro di qualsiasi cassaforte o caveau di banca e più disponibili all'uso della maggior parte degli oggetti che custodiamo in casa.
Foto by Leonora
2 commenti:
:) è un progetto a cui ho partecipato.
http://www.ohappydays.it/
La tua prof di chimica dovrebbe ricredersi su tutti i fronti !!
ti voglio bene !!
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