Per fortuna non esistono compleanni per i blog, altrimenti diventerei rosso: mi sono ricordato soltanto ora che le mie "
20righe" il primo ottobre scorso hanno compiuto cinque anni tondi tondi, un lustro. Non esistono compleanni per i blog e neppure cerimonie per le cifre tonde dei post, altrimenti ora starei spegnendo settecento candeline, una per ogni pagina che ho scritto. Una montagna immensa, che a guardarla da quassù fa venire il capogiro tanto è alta, imponente e incredibile è pensare che l'abbia costruita tutta io, che se l'avessi immaginato, all'inizio, dal tremore non mi sarei neppure cimentato. Invece eccomi qua, cinque anni e settecento post dopo, assai più di un libro, il libro che mai scriverò e che ho giá scritto. La cosa che mi stupisce di più, lo ammetto, è rileggerlo. Mica tutto, che ci vorrebbe un mese, ma a spizzichi e bocconi, un po' come capita, per caso. La maggior parte delle volte non mi ricorso nulla, tanto che la sorpresa è massima e mi perdonerete la vanitá se scrivo in tutta sinceritá che quasi sempre il commento tra me e me è questo: "Caspita, ma che bella cosa che ho scritto!!??". Nove volte su dieci non mi sembra vero che a scrivere sia stato io, tanto che se non le trovassi qua, sul mio blog, ma le leggessi da qualche altra parte, non rivendicherei alcun diritto e mi limiterei ad applaudire beato, invidiando lo sconosciuto autore che invece sono proprio io. Chissá se per gli scrittori è lo stesso, se rileggendosi a distanza di anni provano il medesimo rinnovato stupore che provo io, nel mio piccolo. Devo ricordare di chiederlo la prossima volta che ne incontro uno.
Intanto, per confermare ciò che ho scritto e celebrare in qualche modo questa doppia ricorrenza, scelgo dal mazzo e ripubblico proprio uno di quei post in cui sono incappato ieri l'altro e che non avrei affatto riconosciuto. Ha per titolo "
I giusti che salvano il mondo", parla di una domenica di maggio dell'anno scorso e cita una poesia di Borges che è un incanto. Consideratelo il mio regalo di buon compleanno.
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