Foto by Leonora |
Scrivere è la terza cosa che mi piace più al mondo (non malignate, la prima è sognare e la seconda è leggere). Un'azione terapeutica, oltre che gradevole, per dare senso alle giornate e lasciare traccia fuori e dentro.
Quando ero un ragazzo e il vicario dell'oratorio mi chiese di mettere nero su bianco il resoconto dell'oratorio feriale partii pigro, come al solito, poi sudai sette camice per produrre una paginetta di bloc notes a quadretti, piena di scarabocchi e zeppa di pensieri contorti. Non ricordo il contenuto, ma ho impressa la faccia di don Mario, tra il deluso e lo schifato. Ci rimasi malissimo per lo scarso impegno che avevo dimostrato, ma il livello era quello: conoscevo moltissime parole del vocabolario (era una mia passione leggerlo) senza saperle mettere una in fila all'altra. La svolta capitò dopo la maturità, con una copia del Nome della rosa acquistato su una bancarella, all'isola d'Elba, dove ero in vacanza con tre compagni: Marco, Rodolfo e Gianluca. Lessi quel libro che parla di libri d'un fiato e non mi sono ancora fermato. In più si è aggiunta la necessità fatta virtù, coincisa con la possibilità di scrivere articoli su un settimanale locale, la Gazzetta di Como. Per scrivere bene, oltre che a una mente pronta, non esiste infatti che una ricetta: leggere. Io ve l'ho detto.
P.S. Per chi invece volesse qualche spunto meno banale, domani, giovedì 3 luglio, alla fattoria Rovall di Fino Mornasco ci sarà una scrittrice vera, Elisabetta Bucciarelli, che darà qualche dritta, gratis, aperitivo incluso. L'appuntamento è alle diciannove, ma se arrivate qualche minuto dopo vi aspettiamo. Però non troppo: la chiacchierata durerà mezz'ora e gli stuzzichini e il prossecco, pur essendo abbondanti, è probabile che dopo una certa ora finiscano. Prosit.
1 commento:
Grazie!! ora dovrai farmi conoscere Lara ;)
Posta un commento