Foto by Leonora |
Lo scrivo a compenso di una misura che sta raggiungendo il colmo, affranto, più che irritato, da un'irruenza, da una violenza, da un'aggressività che non comprendo, men che meno in me stesso, se non quando pesto un dito del piede contro lo spigolo del letto o allorché mi casca la bottiglia dell'olio sul pavimento.
Non sono bigotto, di pari passo detesto pure il politicamente corretto, il silenzio ipocrita, il falso buonismo e il miele versato su tutto, ma il tono e il contenuto becero di certi post, di certi commenti, mi schiantano proprio, mi prostrano come avviene per un lutto, la sconfitta della squadra del cuore, un lungo digiuno.
Ecco allora perché, senza tirarla lunga, vorrei condividere un brevissimo "Manuale di comportamento per amici o aspiranti tali", prendendo a prestito una frase che ripeteva spesso alla moglie un mio parente alla lontana, Ugo, camionista per mestiere e saggio per vocazione, persona che parlava nulla o poco: "Le parole, prima di dirle, bisognerebbe masticarle".
P.S. Masticarle, non vomitarle. Come invece accade spesso.
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