Venti righe. Indro Montanelli sosteneva che in venti righe si può raccontare tutto. Bastano tre parole invece per spiegare le ragioni di questo blog: comunicare, in libertà. Per il resto, vale per me ciò che scrisse Jorge Luis Borges, "I miei limiti personali e la mia curiosità lasciano qui la loro testimonianza".
lunedì 7 gennaio 2019
Dieci più uno (Un compleanno col trucco)
Sono in tutto undici, con noi è stato il primo.
Un compleanno lungo, durato due giorni, dalla festa con i tuoi amici di ieri pomeriggio al momento insieme stasera, quello che tu hai definito "con i tuoi parenti", che poi sono i miei e in effetti anche i tuoi, ora, che pur conservando la tua originalità fai parte della nostra famiglia al cento per cento.
Ti ho visto contento, spensierato: è stato il più bel regalo. Lo sei spesso in questi giorni e mi si allarga il cuore ogni volta che ti metti a ridere a perdifiato e sembri immemore di ciò che è brutto, come se non ci facessi caso. So che non è sempre così, che quando vai a letto, la sera, e metti la testa sotto il lenzuolo e stai per addormentarti i cattivi pensieri a volte ti accompagnano. Lo intuisco da certi sospiri o forse sono io a dare forma al silenzio, mettendomi nei tuoi panni, ponendo in fila tutti gli inciampi di cui la vita ti ha presentato così presto il conto. Non conosco cosa alberga a tratti nel tuo stomaco, posso immaginarlo, tuttavia so pure che la vita è maggiore di qualsiasi ostacolo, così come la voglia di cielo limpido spazza via le nubi più scure e ti fa crescere sereno.
In più hai un candore, una purezza ch'è uno spettacolo. La si notava quando ti si illuminavano gli occhi - come ormai da noi si illuminano a nessuno - mentre scartavi i pacchetti: una felpa, una camicia, dei calzoni, le carte dei Pokemon, le figurine dei calciatori, il videogioco di Spiderman (quello che Gesù Bambino a Natale "si era sbagliato"), la scatola con i giochi di prestigio.
Per dieci minuti, al centro della sala, ti sei trasformato proprio in un mago, mostrandoci quanto imparato al volo.
E' stata l'unica volta in cui, di fronte a certi trucchi, non ho desiderato di scomparire io.
P.S. Tenerezza infinita ho provato anche in un altro momento: quando tua mamma ti ha chiamato e sei rimasto a parlare con lei un sacco e a un certo punto le hai domandato di tuo padre, di quanto in realtà è alto. "Perché?" ti deve aver chiesto lei e tu, impettito, le hai risposto: "Perché voglio sapere quando diventerò alto io".
Non so quanto diventerai alto, non lo sa nessuno, ma grande lo sei già, adesso.
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