Credo che ciascuno di noi - almeno ciascuno che abbia sensibilità spiccata - finisca per sentirsi inadeguato, sbagliato, fuori posto.
Capita a tutti e per qualcuno a tutte le età. Alla tua però di più, per quel bozzolo di essere umano che sei, sospeso tra il bambino che eri e l'adulto che diventerai.
Un passaggio che in te è ancora più evidente, esplicito, poiché - per fortuna - sei abituato a mettere in piazza molto, anche se la prima risposta alla domanda su come stai è: "Bene" o "Niente" è la replica naturale al "Cosa hai?".
Valentina, che con te ha da poco concluso un percorso ampio, osserva che i capelli sono un simbolo, sono la parte in cui rivedi tutto te stesso, con il senso di incompletezza e di identità confusa che l'età e la tua storia personale sommano ed esasperano.
Mi pare una lettura illuminante, che intuisco giusta pur se non l'avevo colta appieno.
Se l’appunto qua è perché sono certo che tra qualche anno di questa fase non resterà che un ricordo pallido, eppure l'uomo che sarai avrà tratto forza e robustezza proprio dall'averla attraversata, dall'esserci passato.
Il disagio, l'insicurezza, infatti, non si possono evitare come compagni di viaggio. L'unico modo per affrontarli senza farsene schiacciare è imparare ad averli accanto e farci i conti, affrontarli, passarci in mezzo appunto, come stai facendo tu. Anche guardandoti così spesso allo specchio e non piacendoti affatto.
P.S. Già che ci sono, proprio poiché la memoria è labile, metto in nota qui qualcosa che caratterizza questo periodo. Tipo: i film che vediamo insieme (su tutti "Doctor Strange e il multiverso della follia" e "Hustle" con Adam Sandler); le partite di basket perse (ne vincerai prima o poi una, ne sono certo); gli spostamenti con il monopattino (e Isabella che si arrabbia perché non usi più la bici); le cene e i pranzi che prepari, dimostrando però quanto sia bravo in cucina (bravo davvero); l'aiuto che sporadicamente dai ad Angelo, in giardino (ma quante zucchine avete piantato???).
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