Mi rendo conto di essere più impaziente del solito, irritabile persino. Strano. Non mi manca nulla eppure in certi istanti friggo. Mi domando anch'io il motivo. L'esperienza dice che è sempre così quando accade un salto di qualità, uno scatto, un gradino per cui occorre prender la rincorsa chiudendosi a riccio. Vedremo. Oggi è un giorno particolare, che ricordo nonostante la difficoltà a far memoria delle date. Tre anni fa, poco prima delle otto del mattino, chiudeva gli occhi mio padre. Non aggiungo altro perché ne ho parlato altre volte e nulla paga più dazio all'inflazione delle emozioni. Sto scrivendo con un occhio al computer e l'altro che sbircia il televisore. Guardo "Valentino: the last empereor", un film documentario sullo stilista che, scopro, è nato a Voghera, proprio come la casalinga. C'è un aspetto che mi entusiasma e un altro che mi inquieta. Il primo è la passione per quello che fa (faceva). Il secondo è il modo grottesco con cui si ostina a voler apparire giovane. Non solo lui: tutti quelli di quell'ambiente. Abbronzature esagerate, lifting, mai un capello fuori posto. Resta per me un mistero come uomini e donne che hanno fatto del bello un culto non sappiano distinguerlo nella rugosità di un viso che però si trasforma sereno, senza voler restare aggrappati a un'idea della giovinezza che il trucco restituisce in brutta copia, una caricatura che non solo non porta traccia di ciò che è stato, ma addirittura cancella il ricordo del bello che c'era, immortalando un fantoccio. Non so perché mi sono impelagato in questo discorso. Forse perché volevo evitare di cadere nel ricordo personale e guardare loro è stato meglio, per una sera, che guardare me allo specchio.
Foto by Leonora
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