Morale. E' quando si ha paura delle parole che il pensiero diventa debole. "Morale" è una di queste. La uso anch'io con pudore, come si fa con le cose che si sanno necessarie, ma di cui in fondo un poco ci si vergogna e si vorrebbe non mostrare. Lo stuzzicadenti, la carta igienica, le mutande. In parte per colpa dell'accezione da positiva a negativa che la società tende a darle. La "questione morale" è un po' il servizio da tè di certe anziane signore: impolverato e che quando si toglie dalla credenza rischia di andare in frantumi. Il "rigore morale" poi sa di barbe lunghe e discorsi pedanti, anch'esso riesumato da epoche antiche e in fondo ipocrite. "Far la morale" infine, da lodevole esercizio pedagogico è diventato riprovevole e sconveniente, come mettersi le dita nel naso o ruttare, al ristorante. E se anche fingessimo di ignorare questo modo attuale di intendere la morale, l'esitazione è dovuta alla constatazione (amara) che non solo non possiamo scagliare alcuna prima pietra, ma che se portassimo i nostri errori in piazza verremmo abbandonati da tutti gli amici e da buona parte dei famigliari. Fuor di metafora: non mi drogo, non stupro né ammazzo bambini, non rubo e nemmeno rapino arzille vecchiette fuori dalla Posta, però - per rimanere all'anatomia - finisco comunque per somigliare più al piede di porco che allo stinco di santo. Perciò taccio. Fischietto, fisso lo sguardo altrove, fingo di essere sordo, mi guardo bene dall'espormi, specialmente in pubblico, dove c'è sempre chi potrebbe alzare un dito, chiedere la parola e dire: "Ma ti sei visto allo specchio?".
"Cosa diavolo sta dicendo, dove vuole andare a parare?". E' probabile che ve lo stiate domandando. Rispondo subito. Berlusconi. No, calma, non il politico. Neanche l'imprenditore. L'uomo, sto parlando dell'uomo. Perché è vero che ognuno di noi ha qualche scheletro nell'armadio (i suoi sono sovente in carne, ossa e silicone, ma non è questo il punto) però anche se da ragazzo aspettavo che arrivasse Postal Market per rifarmi gli occhi con la collezione primavera - estate di reggiseni e intimo e pure da adulto ho sulle spalle il mio bel fagotto di peccati in pensieri, parole, opere e omissioni, ciò non può esimermi dal dire che quello di cui abbiamo notizia è una corposa vergogna (l'aggettivo non è scelto a caso).
Ne parlavo con Beppe, che non è Severgnini, l'altro giorno. Qualcuno prima o poi dovrà alzarsi in piedi e dire che qui non ci sono soltanto il problema politico e la vicenda giudiziaria, ma anche la questione morale. E se pubblicare le intercettazioni che non hanno rilevanza penale è una barbarie giuridica, mettere nero su bianco i colloqui telefonici vale più di qualsiasi rapporto Istat per descrivere come la società sia cambiata. A me i nomi non interessano, non m'importa che quel padre o quel fratello si chiamino Tizio o quella ragazza abbia nome Caia piuttosto che Sempronia (beh, se è proprio Sempronia un po' per lei mi spiace), mi sconvolge invece che delle ventenni dicano ai genitori che a scopo di lucro si stanno concedendo a un quasi coetaneo del loro bisnonno e invece di uno schiaffone ricevano in cambio consigli, approvazioni e incoraggiamenti a darsi da fare (soprattutto 'a darsi'). Ora, io non so se come dicono molti tutto ciò sia colpa del consumismo, della televisione commerciale e dunque alla fine sempre del solito Berlusconi. Non so se egli sia causa, effetto o, come credono i suoi sostenitori, vittima del sistema. So che questo sistema fa schifo. Ecco, ho alzato il dito, e l'ho detto.
Foto by Leonora
3 commenti:
ed hai pienamente ragione, è così.
mi piace veramente molto questo post...
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"Ma ti sei visti allo specchio?"
E cosa vedi nello specchio Giorgio?
Io nel mio specchio vedo un me stesso che mai è stato inquisito per alcun reato, ALCUN reato, come te, come la stragrande maggioranza degli Italiani.
Ma noi saremmo già in galera con decine di anni da scontare se accusati solo di un reato tra quelli contestati al sig. B.
Ben detto!!!
I costumi odierni e certe vicende squallide e disgustose(diciamolo! le stesse papi-girls al telefono non si vergognano di dire che fa vomitare!) ci spingono a riappropriarci del concetto di morale, ci ricordano quanto sia necessario, alto, indiscutibile. Un po'come l'individualismo egoistico e razzista della lega ci spinge ad essere patrioti...
Ci continuano a dire che, poichè non siamo giudici, non ci sono sentenze, e, forse non c'è neanche la "pistola fumante" (che odiosa espressione!) dobbiamo sospendere il nostro giudizio. Essere garantisti. Io credo, invece, che non solo abbiamo il diritto di giudicare (certo non nel senso di emettere sentenze) ma il DOVERE e la responsabilità di valutare un politico (perchè di un uomo che riveste un ruolo pubblico si tratta) dai suoi comportamenti. E i suoi comportamenti sono sotto gli occhi di tutti...
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