Sì, viaggiare.
Esiste un incipit più banale del copiare una canzone di Battisti? Non credo.
Cerco di farmi perdonare prendendo a prestito le parole che un'amica, Sabine, tedesca di origine ma ormai italiana di cuore e spirito, mi ha scritto in un messaggio, a proposito di un suo recente soggiorno su una delle isole incantevoli del Mediterraneo.
Lo scrivo qua perché così prolungo l'estate e mi sembra di essere là dov'è stata lei e dove un giorno, spero, andrò anch'io.
"Sono stata a Lampedusa poco fa e mi sono innamorata pazzamente dell'isola, delle persone, del posto, dell'alberghetto in cui sono stata con una mia amica. E del cibo siciliano, che adoro già da qualche tempo. Il pescatore Giuseppe, un uomo di 68 anni ma che ne dimostra molti di più, porta i turisti con la sua barca e fa il giro dell'isola. Con timidezza, cerca di spiegare tutto ciò che conosce del mare, di quel fazzoletto di terra emersa, senza stancarsi delle nostre domande insistenti e curiose. Ho conosciuto una famiglia con due ragazzi, lui di 11 anni, lei di 14 anni, che sono venuti già tre volte sull'isola e ogni volta si fanno portare fuori da Giuseppe. Senz'altro, hanno detto, torneranno una quarta volta e non soltanto per il cibo buono, che prepara direttamente sulla barca. In via Roma, la "via principale", abitano due sorelle, Fortuna e Francesca, ciascuna con il suo negozio. Ti dico soltanto che appena siamo entrate, prima ancora di acquistare qualcosa - e in seguito abbiamo acquistato parecchio - Fortuna ci ha invitato per un caffè. Le siamo entrate subito in simpatia e così lei per noi: sono queste le cose belle, che mi fanno vivere bene. Prima di artire per il ritorno a casa ci ha dato un suo biglietto da visita. Se abbiamo voglia di fare una telefonata, lei ci sarà, ci ha detto. Dimenticavo: non abbiamo potuto incontrare neanche uno profugo. Strano. L'isola a sentire tg e giornali ne è talmente piena da non fanno arrivare i turisti...... Buona giornata, Sabine".
Foto by Leonora
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