Sul giornale di domani scriverò di Francesca, che il 17 maggio ha lasciato armi e bagagli (beh, certo le armi, per quanto riguarda i bagagli non la conosco abbastanza bene per sapere s'è frugale oppure - come quasi tutte le donne che conosco - riesce a mettere in valigia quanto io non sarei capace di far stare in un armadio a sei ante) per andarsene a Londra.
Sono sempre stato affascinato dalle persone che partono per l'estero, come Riccardo - domani, nel "Sette giorni", parlo anche di lui - che è appena partito per l'Australia. Un'ammirazione che ha origine forse nel fatto che quel coraggio è mancato a me e che ora un poco lo rimpiango, anche se ad essere onesti non molte sono state le occasioni per andarmene e avevo sempre qualche motivo per non spostarmi da casa.
Tommy, con cui ho chiacchierato l'altra sera, va avanti e indietro da Formentera e mi è piaciuta una cosa che mi ha detto, cioè che in Spagna, a Madrid, ma anche Barcellona e altre città della penisola iberica (come mi piace scrivere: "penisola iberica", voi non ne avete idea) la crisi ha cambiato i costumi. "I ragazzi, ma anche gli adulti, non spendono più soldi in vestiti. Preferiscono mettersi un paio di jeans e una camicia e non risparmiare invece quando escono a mangiare, la sera, o a bere, con gli amici, nei locali, in compagnia".
Una constatazione di parte, d'accordo, non una ricerca scientifica, ma a me è piaciuta perché l'ho sentita vera, perché come stanno le cose ora anch'io farei lo stesso, metterei in cima alle mie priorità non un bene materiale, semmai un'emozione, il piacere di vivere un momento unico.
Se ci pensate, è l'esatto contrario di quanto hanno fatto i nostri genitori e la loro generazione, per una vita. Con questo non voglio dire che li biasimo, tutt'altro. Per me restano un modello di temperanza, di buon senso, di capacità di affrontare nel migliore dei modi l'esistenza, senza sprechi e gustandosi appieno ciò che avevano e che si sono ritagliati con sacrificio, gustandoselo ancora di più, proprio per quello, perchè era costato fatica.
La loro lezione resta valida ma credo sia necessario adeguarla, renderla attuale, aggiornarla al tempo che viviamo e alle scoperte che loro stessi hanno fatto quando era troppo tardi. Mi scuserete se mi rifaccio sempre alle persone che conosco, che ho avuto accanto, come la zia Angelina. Era del 1912 ed è morta sulla soglia dei novant'anni, di cui gli ultimi passati tra molti dolori, in carrozzina, lucida di testa ma con le giunture che cigolavano e i tendini rattrappiti, non per caso, dopo decenni di lavoro duro, spesso a lavar panni con olio di gomito, sapone di Marsiglia e acqua gelida. Lasciò a noi nipoti anche una piccola somma. Nulla di che, ma messo via poco alla volta, risparmiando anche sul cibo, perché era fatta così: era cresciuta nella miseria e non conosceva altra via che la continenza.
"Giorgio - mi ripeteva negli ultimi mesi, guardandomi con quegli occhi furbi e insieme taglienti, di chi sa di dire parole di scandalo per chi non capisce nulla della vita - Giùrgin, per anni sono andata la domenica in piazza Cavour, io e il zio Carletto (suo marito, il zio Carletto, alla lombarda, e non lo zio), e bevevamo al Drago Verde, alla fontanella, per non spendere i dieci centesimi della gazosa (gazosa, la chiamiava lei e anche noi, in famiglia, gazosa e non gassosa, ch'è roba di lusso, all'italiana)".
"E adesso - riprendeva tono e vigore da ragazzina, protaendo in avanti il busto e mulinando un indice adunco per l'artrite di cui dicevo prima - adesso potrei berne cento di gazose ma sono così conciata che non posso neanche uscire di casa. Ricordati allora, ricordati della tua zia Angelina. Non sciupare i soldi, ma goditi la vita".
Una lezione che non scordo e che resta una bussola. La bussola della zia Angelina.
Foto by Leonora
3 commenti:
Bella la bussola di zia Angelina!
Stasera la seguo senz'altro: esco con le mie amiche per una cenetta in un localino delizioso...
Sagge parole quelle della zia Angelina! il più delle volte sciupiamo momenti,sentimenti ed emozioni che forse non vivremo più, illudendoci che tutto durerà all'infinito. Godiamoci il presente e tutte quelle piccole cose che abbiamo sotto mano!
Bel post! Personalmente è da diverso tempo che continuo a pensare di cambiare totalmente la mia vita, prendere e cambiare luogo. Continuo a vivere in una sorta di continua insoddisfazione, il lavoro, la vita di tutti i giorni. Eppure non riesco a trovare quel "coraggio" di mollare tutto e via! Certo ci sono cose che mi legano al mio paese ed altre che mi farebbero "scappare"... Ho 33 anni e da un lato sono già "troppo vecchio" per cambiare tutto, dall'altro o lo faccio ora o mai più... Intanto faccio tesoro anch'io dei consigli della zia Angelina! Buona domenica a tutti!
Max
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