Sono grato a Simona Migliavada perché ha regalato una bella domenica a me e una giornata indimenticabile a Giacomo e Giovanni. Grazie a lei infatti siano andati allo Juventus Stadium di Torino, per vedere la partita contro il Novara. Avevamo posti a sette metri dal campo, roba che neanche alle partite dell'oratorio San Luigi sono così vicino.
La struttura è un gioiello di ingegneria e l'accoglienza curatissima, a prescindere dal settore di cui si ha il biglietto.
Non scorderò mai gli occhi di Giacomo e Giovanni appena entrati, di fronte alle muraglie di seggiolini ancora in gran parte vuoti (siamo arrivati un'ora e mezza prima) e a quel fazzoletto di terra color smeraldo.
Erano stupiti, meravigliati e io con loro, perché ricordavo la prima volta che mio padre mi aveva portato allo stadio, al Sinigaglia di Como, per un Como - Juventus deciso da una punizione di Cuccureddu. Era il 1973 o il 1974 credo e il gol fu assai contestato, a dimostrazione che le polemiche su arbitri ed affini sono vecchie quanto il mondo. Ricordo che i palloni erano immacolati e ne rimasi sorpreso e affascinato, in quanto all'oratorio giocavamo con vecchie sfere di cuoio consunto e ingrigito. Oggi i palloni sono d'un giallo acceso, mentre le maglie della Juve d'un rosa barocco, Balocco anzi, ma l'emozione è la stessa. Unica pecca, che non abbia segnato Del Piero. Sarebbe stato il massimo.
Oltre a ringraziare Simona, volevo fare i complimenti alla società di calcio, perché ha realizzato una struttura a cui si accede facilmente e che è curata in ogni singolo dettaglio. Fa venir voglia di passarci del tempo, di tornarci, insomma. Con Mauro, il fratello di Simona, che oggi ci ha accompagnato, lo abbiamo già deciso: in primavera torneremo, a Simona piacendo.
Foto by Leonora
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