"Il potere terapeutico della scrittura". Me l'ha ricordato David, che l'ha sperimentato in prima persona quando l'ombra dell'incertezza, della morte, della malattia d'una persona cara gli ha oscurato l'orizzonte della sua stessa vita.
Il potere terapeutico della scrittura lo conosceva Tolkien, che fa dire a Bilbo Baggins, quando lascia volontariamente l'anello (ed è l'unico, con Samvise Gamgee, a farlo), che dopotutto così sarà libero di terminare il libro che aveva da lungo tempo cominciato.
Il potere terapeutico della scrittura lo tocco con mano io stesso, lasciando qui - quasi ogni giorno - la mia impronta, il calco in positivo della persona che sono, padre, figlio, fratello, amico, uomo perso nel mare d'uomini con l'angoscia nel cuore di non lasciare traccia, pur se con la testa so che la vera saggezza consiste nel perderla, nel fluire d'onda senza resistenze, poiché non esiste risposta ad una sola domanda che conta e non c'è altro destino, a questo mondo, dell'assenza prima o poi di memoria.
Una prospettiva soltanto in apparenza arida, oscura, a cui contrapporsi in ogni caso vale poco, nulla. Tanto vale farsene una ragione e, al più, scriverci sopra.
Foto by Leonora
2 commenti:
Quanto è vero!
Per me sta diventando così con la fotografia ...
La scrittura rende liberi.Si il senso di liberta' che si acquista scrivendo deriva dal fatto che qualsiasi idea o pensiero per essere tale va messo in discussione.E quale mezzo se non la scrittura da questa possibilita'.Ora ci sono i mezzi tecnologici mediatici che lo rendono piu' immediato e piu' facilmente divulgabile e apprendibile
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