sabato 21 gennaio 2012

La pazienza del masso (erratico)

Una settimana giusta, lontano da qui ma non dal cuore, rintuzzando i cento impegni e con la testa che frulla sempre a mille allora, senza troppe ansie però, come se fossi immerso in qualcosa che mi piace, che faccio volentieri, ch'è adatto alla mia persona.
Riprendo fiato, in questo sabato con il sole basso, che si insinua ovunque nella casa. E' strano come d'inverno, quand'è più pallido, riesca a intrufolarsi facendosi ad altezza di finestra e abbagliando assai più che in estate, in punti delle stanze dove quando è in piena forma non si vede.
Negli ultimi post ho parlato di persone che non ci sono più, non ai nostri occhi almeno. Sopravvivono nella memoria ma si perderanno con il passare del tempo e pur se pare assurdo questa certezza mi consola.
Sul tempo, avendolo, vorrei spendere ancora qualche parola. Esercito in modo particolare, in queste settimane, la virtù della pazienza. Virtù non in quanto tale - poiché a volte è più virtù il decisionismo, l'intraprendenza rapida - bensì quand'è orientata ad ottenere l'obiettivo prefissato. L'immagine che ho fissa in mente, quando sono tentato dallo strappo in avanti, è quella di Un enorme sasso piazzato in un prato, tra Alzate ed Arosio.
Un masso erratico, uno dei tanti che punteggiano il suolo lombardo, arrivato lì chissà quando, chissà come, e stranamente non sepolto dalla natura o dall'uomo. I massi erratici mi affascinano, sono camminatori di altre ere, testimoni silenti di un mondo che non era questo e destinati a sopravviverci in quello futuro, in apparenza passivi, immobili, saldi, in realtà dinamici, anche se per capirli fino in fondo occorre tutto un altro orologio.

P.S. Ieri è stato l'ultimo giorno di lavoro di un amico, Francesco Chillino. Ma di questi parlo nell'altro blog, qui a fianco.

Foto by Leonora

1 commento:

Miranda ha detto...

Bellissimo quello che hai scritto! Splendida metafora quella del masso erratico...me ne serve una foto da tenere sul tavolo per ricordarmi sempre il suo messaggio.
Il masso mi assomiglia. Per anni mi sono sentita in colpa per questo, vivendo in una famiglia di irrequieti sempre in movimento, senza posa, col mito dell'efficienza, del fare comunque, del non fermarsi... La mia lentezza, il mio bisogno di riflettere, di ponderare, di poter fare un passo indietro, per assumere una prospettiva più ampia, allargare lo sguardo a 360 gradi mi appariva un limite enorme, una mancanza che cercavo vanamente di superare. Poi ho capito. Ho visto che mentre io raggiungevo piano piano, passetto dopo passetto i miei obiettivi, altri che sembravano muoversi così velocemente in realtà stavano girando a vuoto...si muovono ma non procedono, mancando gli obiettivi...
Oggi sono felice di esser così; in famiglia cmq resto sempre quella "lenta" o, se vuoi, "troppo tranquilla"...ma ora ho imparato a sorridere guardandoli affannarsi senza sosta e spesso inutilmente...

"La tartaruga
dall'ora in poi lascia
che a correre pensiamo solo noi
perché quel giorno poco più in là
andando piano lei trovò
la felicità
un bosco di carote
un mare di gelato
che lei correndo troppo
non aveva mai notato
e un biondo tartarugo corazzato
che ha sposato un mese fa!"
;-)