Corse, persone, pacchi, regali, cene, pranzi, dolci, luci, nastri, biglietti...
Riempio tutto, dimenticando che l'unica cosa che conta dovrebbe essere il vuoto: è infatti nel vuoto, nell'assenza di altro, che lo spirito del Natale si fa davvero "presente".
Poi capitano i miracoli, incredibili per chi li immagina sontuosi e appariscenti, invece che nascosti nelle mille circostanze quotidiane.
Ciò che mi ha emozionato di più, questa settimana, era scritto su un foglio bianco, con una penna blu, sottile. Lo ha trovato Elena, in cantina, dove era scesa per prendere la stella luminosa che ogni anno sua mamma - morta a fine settembre, dopo una malattia che l'ha consumata pian piano, inesorabilmente - appendeva sul muro esterno di casa, in occasione delle feste.
Aperto il sacchetto che la custodiva, legato al filo elettrico, c'era una pagina di quaderno a righe con quattro parole: "Buon Natale Mamma bacioni".
"Mi è arrivata una pugnalata al cuore - ha confidato Elena - pensando a lei che lo scorso anno, palesemente consapevole di ciò che l'aspettava, con le poche risorse di persona umile qual è sempre stata, si è messa ad escogitare come poterci... essere, anche in questo Natale".
Poterci essere. Non fare, disfare, avere, mangiare, comprare. Esserci.
Il gesto d'amore d'una madre, lo confesso, mi ha scaldato il cuore. Per questo lo voglio condividere: un regalo che non ha prezzo e un immenso valore.
Il gesto d'amore d'una madre, lo confesso, mi ha scaldato il cuore. Per questo lo voglio condividere: un regalo che non ha prezzo e un immenso valore.
P.S. La mamma di Elena c'è, come quella di Antonella, ne sono certo, come tutte le persone che amiamo pur se non le vediamo con gli occhi. Lo scrivo con convinzione, consapevole che nessuna altra festa al pari del Natale può essere tutto o niente, zeppo di gioia, di compagnia, di sentimenti o, al contrario, di tristezza, solitudine, desolazione. Quel biglietto scovato in cantina idealmente è un po' nostro, di tutti.
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